SCICLI – “Abbiamo letto solo dopo qualche giorno e con notevole sorpresa alcune affermazioni, apparse sulle pagine ragusane di un quotidiano siciliano, del Sovrintendente ai Beni culturali di Ragusa indirizzate al Sindaco di Scicli.
Affermazioni gratuite, offensive e lesive della dignità altrui, che sono tanto più gravi in quanto pronunciate da un funzionario dello Stato e rivolte ad un rappresentante delle Istituzioni democraticamente eletto dal popolo, primo cittadino di una comunità di 27 mila abitanti.
Le troviamo gravi non tanto sotto il profilo personale, meritevoli certamente di un approfondimento legale, quanto piuttosto su quello generale e politico.
Il tema è ancora una volta la stessa opera pubblica, ovvero il finanziamento per la realizzazione di un ascensore per salire al Convento della Croce, su cui in maniera puntuale l’amministrazione comunale di Scicli ha chiarito più volte la propria posizione. E su cui anche il Consiglio comunale si esprimerà il 10 agosto, con una mozione consiliare in cui si chiedono alla Sovrintendenza, tra l’altro, i motivi per cui di fatto tale importante struttura, unica sotto il controllo regionale a Scicli, non viene resa viva da anni, nonostante le ingenti somme spese per la sua ristrutturazione.
Le parole del Sovrintendente nei confronti del Sindaco non meritano altri commenti. Frutto di un atteggiamento scomposto, improprio da parte di un burocrate, irrispettoso delle norme di bilancio di un ente pubblico e, cosa veramente grave, aggressivo nei confronti delle Istituzioni democratiche. Potremmo aggiungere che non ci si può aspettare altro da un signore che nel corso dell’ultimo incontro con l’assessore preposto, avvenuto pochi giorni fa, ha detto che il Comune di Scicli ha trovato i soldi per rimuovere le canne dalle spiagge (sic…, e che dovevamo lasciarle li?) e non trova quelli per dare un incarico professionale!!! E ciò nonostante gli fosse stato spiegato più volte quali vincoli giuridici esistono per dare tale incarico e che non possono essere superati per norma fino a quando l’ente non si doterà di strumento finanziario di previsione.
Per quanto ci riguarda, prendiamo atto di quanto avvenuto e nella speranza che la Sicilia, prima o poi, possa annoverare, oltre che gruppi dirigenti politici, anche un ceto burocratico all’altezza dei bisogni reali dei siciliani, andiamo avanti e certamente non ci stracciamo le vesti per le parole in libertà pronunciate da un signore in un afoso giorno di agosto né perderemo altro tempo in una polemica che troviamo stucchevole e – questa si – ridicola”.