SCICLI – La crisi che sta attraversando il calcio dilettantistico in generale ed in particolare quello siciliano non è da paragonare ad un male passeggero, ma, a un male in cui le cause sono da ricercare ad ampio raggio. Per ciò appare doveroso intervenire in tempo affinché sia fatta luce per capire quali siano le cause, per poter, poi, trovare le soluzioni. A Scicli, dopo il periodo indimenticabile (1972-1997) che ha visto l’Unione Polisportiva Scicli presieduta dal dott. Bartolo Guccione toccare l’apice del calcio dilettantistico, non si riesce a costruire una squadra che ben potrebbe figurare in un campionato di Promozione o Eccellenza La memoria rimanda ai momenti storici del vessillo cremisi. Andando con ordine si possono così compendiare: stagione 1972/1973 lo Scicli (allenatore Arturo Cardarella) approda dopo un esaltante campionato con cinque giornate di anticipo in Promozione.
Stagione 1975/1976 (allenatore Zelindo Bisi) arriva la promozione nel campionato di Serie D, in un testa a testa con il Milazzo. Per Scicli calcistica è l’apoteosi. Stagione 1978/1979 la squadra cremisi (allenatore Sergio Vergazzola) dopo un travagliato campionato retrocede in Promozione. Stagione 1983/1984, dopo alcune stagioni andate a vuoto lo Scicli torna in serie D (campionato Interregionale) anche se con un ripescaggio (allenatori Caldarella, Viglialoro e Cottone), dopo una stagione disputata alla grande, ma inficiata da una decisione molto discutibile da parte della Lega. Dalla stagione 1984/1985 alla stagione 1993/1994 disputa dieci campionati nell’Interregionale. Da evidenziare la stagione 1989/1990 in cui la squadra dopo aver eliminato diverse squadre va a disputare la semifinale di Coppa Italia in un doppio confronto con la squadra bergamasca del Leffe, che oltre ad eliminare la squadra cremisi va a vincere l’ambita Coppa Italia di categoria. Sulla panchina cremisi si sono succeduti allenatori del calibro di Mario Possamai, Antonio Privitera, Luigi Carducci, Pino Franzò, Antonio Marletta, Nino Morana, Luigi Galazzo e Guido De Maria. Dopo sono seguite delle stagioni molto particolari che hanno visto dott. Bartolo Guccione stanco e con appannata motivazione. La squadra precipita, quindi, in Prima Categoria. Nella stagione 1996/1997 con l’avvento sulla panchina di Peppe Emmolo la squadra vince il campionato ed approda in Promozione. A metà campionato della stagione 1997/1998 (più precisamente nel mese di dicembre 1997) il dott. Guccione, dopo una lunga trattativa, cede la società nelle mani dell’imprenditore Pasquale Giavatto. La stagione 1999/2000 vede lo Scicli promosso nel campionato di Eccellenza (allenatore Peppe Emmolo). La permanenza nel campionato di Eccellenza dura solo un stagione. La stagione 2003/2004 (allenatore Elio Puzzo) vede la squadra promossa nuovamente in Eccellenza. Nella stagione 2005/2006, sulla panchina si susseguono Puntillo, Macrì, Bonaventura e Puzzo, con la squadra che, dopo i play out, viene retrocessa in Promozione. Da questo momento inizia la fase calante della compagine cremisi che precipita nel campionato Prima Categoria. Il Presidente pro tempore manifesta segni di stanchezza, non supportato dai contributi da parte dell’amministrazione comunale, manifestando la volontà di volere passare la mano. Questo non avviene e, quindi, si arriva, dopo alcune stagioni anomale, alla scomparsa del glorioso Scicli 1964, con l’infausto epilogo nel periodo estivo del 2013. L’Up Scicli viene radiato. Attualmente, a Scicli solo due squadre in Prima Categoria ed una in terza, tra l’indifferenza generale di tanti tifosi: l’Atletico Scicli, il Per Scicli e l’Atletico Donnalucata. Quando in una cittadina svanisce l’amore per il calcio è chiaro di conseguenza che, anche, tutta la comunità locale ne soffre per svariate ragioni. Andare a cercare la responsabilità di questo andamento, al momento, non ha senso, cercare di capire perché a Scicli succede tutto ciò forse è più logico. In virtù di ciò, abbiamo intervistato un personaggio calcistico, molto noto e stimato in città. Si tratta di Enrico Papaleo, 63 anni, di professione medico, ex mezzala dello Scicli, nei primi anni ’70. Poi, per motivi di studio ha lasciato il calcio ancora in giovane età, ma dopo il periodo universitario è tornato in città come professionista e ha seguito e segue con molta passione il calcio giocato. Alla domanda perché il calcio a Scicli non decolla ha così risposto: “Voglio premettere che l’ultima stagione 1971/1972 è stata quella in cui la squadra era composta tutta da sciclitani. Poi, con l’avvento del dott. Guccione debbo evidenziare che si è trattato di un momento di esaltazione del calcio a Scicli con giocatori che venivano da fuori e con una gestione quasi “professionistica”. Dopo la gestione Guccione è venuta a mancare una figura come il compianto sig. Giglio che sapeva catalizzare l’attenzione di tanti giovani. Un fatto che ci tengo ad evidenziare è quello riconducibile ai vivai a cui nessuno ha posto attenzione per tanti motivi. La nascita delle scuole calcio ha modificato l’approccio dei ragazzi alla pratica di questo stupendo sport. Poi, anche, la penuria e la scarsa manutenzione degli impianti ha tenuto lontano dalle strutture sportive tanti giovani, con l’amministrazione comunale che nel corso degli anni ha mostrato indifferenza”. Per quanto riguarda la composizione di una squadra unica in grado di ben figurare in un campionato che conta lo stesso Papaleo ha commentato: “Avere due squadre nella stessa categoria mi sembra che sia una cosa senza senso. Bisognerebbe coalizzare la forze per avere qualche soddisfazione. Al momento manca un personaggio carismatico che riesca a mettere in sintonia le due società di Scicli. Si ha la sensazione che ogni società vada per una strada propria per interessi privati. Sono dell’idea che parecchi giovani se ben motivati potrebbero dare qualcosa di più”. Un appello alla cittadinanza potrebbe essere quello di abbracciare un progetto serio con qualcuno che creda nella rinascita del calcio a Scicli, in grado di catalizzare le risorse, sia umane che economiche, in un obiettivo unico.