SCICLI – Dopo un’Odissea durata cinque anni e con una storia degna di un romanzo, sembrerebbe che Donnalucata finalmente abbia la sua Caserma dei Carabinieri. E’ stato un iter lungo e combattuto.
Tutto iniziò nei primi mesi del 2012, ma la cittadinanza venne a conoscenza della dismissione del presidio donnalucatese almeno 6 mesi dopo ed a quel punto si divise in varie sfumature di opinioni che oscillavano dal sentirsi abbandonati dallo Stato al chi riteneva inutile la presenza di una postazione a pochi chilometri da Scicli.
Certo c’è da dire che il vecchio presidio era alquanto infelice per logistica e funzionalità degli ambienti.
Trasmetteva decisamente un’immagine di grigia mortificazione non solo per l’Arma ma soprattutto per la borgata stessa.
11 dicembre 2012 da una comunicazione tra Prefetto e Comandante dei Carabinieri, i donnalucatesi appresero cosa era avvenuto nei mesi precedenti. A loro insaputa per mantenere un presidio sul posto, vi era stata una trattativa tra il Comune di Scicli e l’Arma dei Carabinieri per la cessione di Palazzo Mormino. Ad implicito risarcimento di anni in locali angusti, si sviluppò un’ipotesi risolutiva diametralmente opposta.
Cittadinanza in ulteriore grande fermento. Un sentimento di grande indignazione pervase la borgata per essere stata tenuta all’oscuro della vicenda. Ciò era l’evidenza allarmante di una scarsa o praticamente nulla comunicazione tra Pubblica Amministrazione e popolazione che all’epoca era orfana anche della sua rappresentanza, la Consulta.
Di fronte alla cessione di Palazzo Mormino si stava generando un preoccupante sentimento di ostilità verso l’Arma che veniva vista come l’elemento sottrattivo dell’edificio di riferimento della comunità donnalucatese. Questo non doveva assolutamente accadere.
In questo contesto fibrillante le Associazioni “Ainlu Kat”, “PRO SVI” e “Donnalucata bene comune”,
cominciarono a lavorare per formulare delle soluzioni alternative.
Era idea comune che Donnalucata dovesse assolutamente mantenere un presidio sul territorio. Negli ultimi trent’anni al crescere dei fenomeni malavitosi sulla zona, vi era stato un decrescere delle stazioni con la soppressione della Caserma dei Carabinieri di Sampieri, del Commissariato di P.S. e della Caserma della Guardia di Finanza di Donnalucata. Non si poteva recedere ancora.
Contestualmente non si condivideva l’idea che Palazzo Mormino cambiasse completamente la natura della sua missione.
L’edificio fu acquistato dal Barone Mormino il 12 settembre 1974 col preciso vincolo che “… per le illustri caratteristiche ricettive ed architettoniche che rendono esemplare unico in tutta la zona , si appalesa come struttura indispensabile alla valorizzazione turistica….”
Donnalucata aveva bisogno dei Carabinieri ma anche del suo Palazzo di rappresentanza.
Una cittadinanza non può e non deve scegliere tra la sicurezza e lo sviluppo socio-culturale ed economico, le due cose camminano insieme.
Pertanto individuammo un’alternativa valida nella porzione in disuso dell’Ospedaletto: un edificio parzialmente occupato dalla Guardia Medica che poteva accogliere la caserma senza privare la borgata di Palazzo Mormino.
Furono mesi di lavoro febbrile tra atti di Giunta, missive e riunioni, in un contesto di netta contrapposizione tra Pubblica amministrazione-Forze dell’ordine e cittadinanza. Le associazioni intanto pubblicavano articoli per informare sugli sviluppi della vicenda e contestualmente
presenziavano a tutte le riunioni presso P.A. .
23 ottobre 2013 i rappresentanti delle Associazioni “Ainlu kat” “PRO SVI” e “Donnalucata bene comune”
incontravano il dirigente dell’ASL ottenendo il parere favorevole alla cessione al Comune di Scicli con comodato d’uso gratuito della porzione di ” Ospedaletto ” non utilizzato.
25 ottobre 2013 il Consiglio comunale revocava la concessione di Palazzo Mormino fatta precedentemente con delibera di Giunta.
5 Novembre 2013 i rappresentanti delle Associazioni “Ainlu Kat”, e “Donnalucata bene comune” si recavano dalla Sovrintendente ai beni Architettonici per sensibilizzarla sulla tutela ela salvaguardia di Palazzo Mormino. La presenza di una Caserma al suo interno avrebbe avuto per motivi di sicurezza un altissimo impatto sull’edificio. L’esito fu negativo.
6 Novembre 2013 riunione della cittadinanza donnalucatese in cui si espose la soluzione dell’Ospedaletto. La cittadinanza approvò la soluzione. A questo punto le associazioni poterono agire con l’ampio consenso del territorio.
7 Novembre 2013 Riunione in Prefettura tra Sindaco, Prefetto, Comandante dei Carabinieri, Sovrintendente ed associazioni “Ainlu Kat”, “PROSVI” e “Donnalucata bene comune” . Le associazioni si trovarono davanti ad un fronte compatto determinato a dare l’assegnazione di Palazzo Mormino all’Arma.
Seguì un susseguirsi di articoli e richieste di accesso agli atti delle associazioni.
Nel frattempo “Ainlu Kat” predispose un fascicolo contenente un’analisi comparativa tra Palazzo Mormino ed Ospedaletto.
Per sviluppare l’analisi prese in considerazione una serie di fattori: la posizione dei due edifici all’interno della borgata, gli edifici circostanti, la distanza da essi, la viabilità nei momenti di massimo afflusso, il tipo di costruzione, l’età , la superficie interna disponibile, la distribuzione degli ambienti, la funzionalità e l’efficienza degli stessi e degli impianti esistenti , la disponibilità di spazi esterni recintati, la sicurezza, la disponibilità di parcheggi interni ed esterni al perimetro dell’edificio, i costi per adeguamenti normativi, i costi sociali.
Da tale analisi emergeva che l’Arma a parte una sede dall’immagine prestigiosa, avrebbe avuto un fabbricato assolutamente inadatto dal punto di vista logistico e funzionale. Non solo ma i costi a carico del Comune di Scicli per adeguare l’ottocentesca villa alle norme ed alle esigenze di una Caserma, sarebbero stati molto elevati e non risolutivi di tutte le criticità.
Inoltre una tale scelta avrebbe comportato dei costi occulti altissimi, tra cui il danneggiamento alle “illustri caratteristice architettoniche ” di un edificio storico e il clima di avversione che si sarebbe generato nella popolazione privata dell’edificio preposto allo sviluppo socio-culturale ed economico
della borgata.
In tale documento si avallava la scelta dell’Ospedaletto per la centralità della posizione , la contiguità
con l’ufficio postale , con le scuole e soprattutto con la Guardia medica. Non dimentichiamoci degli episodi di violenze subite da alcune dottoresse di cui una proprio a Scicli. L’edificio soprattutto rispondeva in modo efficiente e funzionale a tutti gli aspetti sopra elencati.
Tale documento venne inviato al Comando Generale Regione Sicilia con l’osservazione che l’Arma dei Carabinieri ha storicamente cercato di istituire un rapporto di integrazione, collaborazione e fiducia con la popolazione locale. La scelta dell’edificio storico sarebbe stata improvvida per entità dei costi, criticità irrisolte e danno di immagine. Il cambio di destinazione d’uso e l’alterazione dei prospetti di Palazzo Mormino si sarebbero trasformati in un boomerang che avrebbe generato un divario insuperabile con i donnalucatesi.
Le osservazioni sono state accolte e recepite e seppur con molta lentezza si è trovata la giusta via.
Dopo cinque anni Donnalucata ha la sua storia a lieto fine: una Caserma moderna, funzionale , efficiente e strategica. Non ci si rende conto di quanto sia importante per la collettività stessa, che le sedi dove operano le forze dell’ordine siano con la loro immagine la chiara espressione della volontà
della cittadinanza di dare ed avere le migliori risorse, strutture e mezzi per il controllo e la sicurezza
del territorio .
Donnalucata potrà dire di aver colmato questo divario.
Raccontiamo la storia della “nostra Caserma” per evidenziare una serie di spunti di riflessione:
• contrariamente a quanto si possa pensare questo non è un punto d’arrivo ma di partenza. Avere una Caserma non basta, quello che occorre è comprendere che la sicurezza di un territorio è legata alla stretta collaborazione tra singolo cittadino ed istituzione. Ognuno di noi è un osservatorio. L’Arma siamo noi col nostro senso civico.
• l’importanza di un dialogo costante tra Pubblica Amministrazione e cittadinanza;
• la capacità dei donnalucatesi di attivarsi e coalizzarsi di fronte a temi importanti al punto da farsi valere anche con la P.A.;
• il trasformarsi in una “massa critica” consapevole di volersi difendere attraverso la salvaguardia di una istituzione : l’Arma dei Carabinieri ;
• il potenziale della borgata si è espresso attraverso l’associazionismo ;
• la capacità di questo associazionismo di avere competenze tali da generare soluzioni creative ed innovative ;
• tali soluzioni sono un esempio di oculata gestione delle risorse e di controllo della spesa. Si è recuperato una parte di edificio in disuso e gli si è data nuova vita. Si è ottenuto un comodato gratuito quindi abbassati i costi ordinari a carico della collettività. Si è ridotta notevolmente l’entità della spesa straordinaria per gli adeguamenti necessari ( circa € 180.000,00), con palazzo Mormino gli importi sarebbero stati perlomeno doppi;
• l’esperienza di Donnalucata potrebbe diventare un progetto – pilota essere una risposta lungimirante ed innovativa ad un argomento di grande importanza : la sicurezza dei medici di guardia nell’esercizio delle loro funzioni. L’associare il presidio di sicurezza alla Guardia Medica potrebbe essere una risposta efficace a questo nuovo allarme.
• Palazzo Mormino è l’edificio con cui ormai la borgata si identifica .
Quindi mentre restiamo in trepida attesa dell’inaugurazione della Caserma, lanciamo ai donnalucatesi la prossima sfida .
Palazzo Mormino : casa per la cultura e lo sviluppo sostenibile del territorio.
” I libri sono un piacere che non creano dipendenza ma indipendenza. “
Associazione “Ainlu kat” Associazione “PRO SVI”
Arch. Alessandra Manenti Cav. Giuseppe Bracchini