SCICLI – Due arresti per il caporalato a Scicli dove sono stati scoperti operai sottopagati, alloggiati in catapecchie fatiscenti, al lavoro senza il rispetto delle condizioni di sicurezza e un’adeguata formazione per maneggiare fitofarmaci. La Polizia di Stato iblea guidata dal questore Salvatore La Rosa, ha arrestato due imprenditori agricoli, M.C.di 40 anni e P.C. di 53 anni, soci nella stessa azienda – per sfruttamento della manodopera e ne ha denunciati altri due. L’operazione è stata condotta dagli agenti della Squadra mobile del vice questore aggiunto Antonino Ciavola, con il supporto del Commissariato di Modica, Ispettorato del lavoro, Asp e Spresal. Il reato contestato è sfruttamento della manodopera. Uno dei controlli effettuato a Scicli presso un’azienda florovivaistica ha permesso di riscontrare la presenza di numerosi lavoratori di varie nazionalità intenti a coltivare le serre di un’azienda agricola e curare il bestiame di un’azienda attigua che si occupa di zootecnica, gestita peraltro dal padre di uno degli arrestati. Il controllo accurato operato dalla Mobile e da tutti gli altri attori che a vario titolo ispezionano le aziende sottoposte a verifica, hanno avuto modo di riscontrare diverse violazioni in ordine all’impiego dei lavoratori. Anche se formalmente i lavoratori erano stati assunti (ad eccezione di alcuni privi di contratto), di fatto non percepivano la paga prevista dalle norme vigenti, ma in alcuni casi solo 3 euro l’ora. Lo Spresal ha potuto constatare che nessuno dei lavoratori indossava i dispositivi di protezione, neanche coloro che utilizzavano i fitofarmaci così come disposto dai titolari. I lavoratori hanno dichiarato di non aver mai frequentato un corso di formazione per l’impiego di materiali tossici per la salute ed altamente pericolosi.
Tra i dati più gravi riscontrati, è emerso che alcuni magazzini ed immobili fatiscenti erano stati trasformati in abitazioni (sono in corso accertamenti sui probabili abusi edilizi) dove vivono abitualmente parte dei lavoratori, in particolar modo i rumeni ed i centro africani. La gravita’ dei fatti riscontrata ha indotto agli investigatori ad arrestare i due titolari, soci di tre aziende insieme ad altri due soggetti che sono stati denunciati in stato di libertà perchè hanno mantenuto una condotta meno grave rispetto agli altri soci pur approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori al fine di percepire somme di denaro. Ben 14 gli operai, molti dei quali stranieri (rumeni, nigeriani, senegalesi, tunisini e italiani), tutti concordi nel riferire circostanze tali da far emergere chiaramente le assurde condizioni di sfruttamento. Le aziende gestite da 4 persone si occupavano di coltivazione di piante e fiori, ma uno degli indagati, il padre di uno degli arrestati, si occupava di allevare mucche da latte. Al termine dei controlli effettuati da tutti gli enti intervenuti sono state comminate diverse sanzioni per importi in corso di definizione stante la documentazione che i titolari dovranno esibire nei prossimi giorni. Sara’ inoltre valutata la documentazione inerente le strutture destinate a civile abitazione delle aziende controllate; al termine dei controlli verra’ valutato l’eventuale abbattimento da parte del Comune.
Fonte: AGI