SCICLI – Relazione conclusiva della Commissione regionale antimafia sullo scioglimento del Comune di Scicli avvenuto nel 2014.
“Lo scioglimento del Comune di Scicli per presunte infiltrazioni mafiose probabilmente non ci sarebbe stato se l’amministrazione e il Consiglio comunale non fossero stati contrari a nuovi o più ampi impianti privati per trattamento rifiuti”.
E’ la conclusione cui è giunta la Commissione Antimafia dell’Ars che ha presentato oggi relazione finale dell’inchiesta relativa al Comune sciclitano.
Una relazione che approfondisce un tema emerso con forza nella precedente inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Sicilia, in particolare nella parte riguardante il progetto di ampliamento dell’impianto della ditta A.Ci.F.
Per i commissari “era emerso il sospetto che in taluni casi lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa potesse essere funzionale alla rimozione di amministrazioni che avevano assunto posizioni scomode rispetto a progetti di realizzazione o ampliamento di discariche o di piattaforme di trattamento dei rifiuti”.
“La commissione – afferma il presidente Claudio Fava – ha provato a dare una risposta, ricostruendo, attraverso un ciclo di 37 audizioni, passaggi amministrativi ed istituzionali, ravvisando una serie di circostanze che destano non poche perplessità: «documenti che scompaiono, verbali delle conferenze di servizio che vengono trasmessi altrove, pareri negativi che diventano positivi, incursioni dei servizi segreti, interferenze politiche, presunte “cupole mafiose” che si rivelano malandrinate di paese, fatti dirimenti non presi in considerazione dalla commissione d’accesso, assenza totale degli organi commissariali nei momenti più critici della vicenda A.CI.F e, soprattutto, il cambio di rotta radicale e immediato nei confronti della gigantesca piattaforma di smaltimento progettata a Scicli: prima fermamente negativo, poi, a Comune sciolto, decisamente favorevole”.
Tutti elementi che hanno spinto la commissione a ritenere “improbabile che si sarebbe giunti allo scioglimento se non vi fosse stato un profilo, dell’amministrazione e del consiglio comunale di Scicli, fortemente critico nei confronti di possibili nuovi (Truncafila) o più ampi (A.CI.F.) impianti di smaltimento di rifiuti nel territorio della città. E che a quello scioglimento abbiano concorso, consapevolmente o meno, molte azioni ed omissioni istituzionali, giornalistiche e politiche”.
L’auspicio è quello di un “pronto intervento sulla normativa prevista dall’art. 143 del Tuel affinché si impedisca che lo scioglimento di un consiglio comunale «più che a liberare il territorio da supposte interferenze mafiose, obbedisca ad altre motivazioni e serva ad altri esiti”.
Fonte Adnkronos