SCICLI – Abbiamo sempre ritenuto che la città, la politica e in generale tutta la cosiddetta società civile dovesse andare avanti, spedita nella sua normale regolarità, lasciandosi alle spalle la questione dello scioglimento.
Oggi, alla luce della relazione diffusa dalla Commissione antimafia della Regione Sicilia, riteniamo doveroso commentare e cercare di dare un punto di vista scevro da qualsiasi coinvolgimento “emotivo”.
Start Scicli nasce formalmente nel 2016 sulla scia dell’assenza di dibattito politico, dall’assenza di democrazia e dall’assenza di qualsiasi riferimento istituzionale.
Per tutte queste ragioni è giusto che anche noi diamo voce al dibattito cittadino, badando bene, a non creare divisioni e fazioni, convinti che il rispetto delle posizioni altrui siano alla base di ciò che per 2 anni è stato sottratto ingiustamente alla nostra città.
Dalla lettura della relazione si possono trarre innumerevoli considerazioni, la prima fra tutte la capacità, lo dimostrano le più importanti inchieste sul ruolo dello Stato in alcune dolorose vicende della nostra storia recente e passata, di rendere tutto molto opaco, di dire mezze verità, specie, dispiace constatarlo, da parte dello Stato stesso.
Non a caso nella relazione si evince, dalle dichiarazioni dei vari commissari prefettizi e degli organi di polizia, che la decisione che ha portato allo scioglimento del Comune di Scicli sia ancora avvolta da un alone di mistero, proprio per l’incapacità dei soggetti coinvolti a più livelli di essere chiari fino in fondo.
Ognuno dei soggetti chiamati in causa dalle dichiarazioni riportate nella relazione deciderà in che modo rispondere e se riterrà opportuno difendersi da quanto emerso. Ma possiamo affermare, e probabilmente è una sensazione condivisa, che ci sono passaggi a dir poco “surreali”.
Ad esempio, il passaggio in cui si tirano in ballo un numero imprecisato di professionisti del territorio sciclitano interessati alla determinazione dell’accordo transattivo tra il Comune ed Eni/Edison per la questione dell’accertamento IMU/ICI/TASI. Vicenda, peraltro, fuori dal contesto perseguito dalla commissione, ma probabilmente strumentale nel voler insinuare il sospetto che l’ente continui ad essere manovrato e tenuto sotto scacco.
O ancora, i continui rimbalzi di responsabilità emersi nella gestione e nel governo dei processi amministrativi relativi all’ampliamento della piattaforma Acif per la lavorazione e smaltimento di materiale pericoloso.
Continuando nella lettura, si palesa chiaramente come ci fosse la necessità da parte di soggetti esterni alla città di operare pressioni per l’individuazione di siti idonei alla realizzazione di discariche per lo smaltimento dei rifiuti, cosa che avviene sin dai tempi della giunta Venticinque, come egli stesso afferma in audizione. Questa “pressione”, come si evince dalla relazione, ha sempre contraddistinto tutte le esperienze politiche fin qui succedutesi.
Allora ci domandiamo quale sia il filo conduttore di tutto ciò. È “semplicemente” quell’intreccio tra potere economico, potere politico e pezzi dello stato che governano tutti i processi più importanti? Ci poniamo questa domanda, ma allo stesso tempo concordiamo con quanto scrive il Presidente Fava:
“Non era compito della nostra relazione ricostruire l’istruttoria prefettizia che ha indotto il governo a determinare quello scioglimento né riproporre l’indagine penale, a carico del sindaco Susino e degli altri imputati, che ne è stata la colonna portante. Questa Commissione si è voluta concentrare piuttosto sulle contraddizioni, le omissioni e le forzature che hanno segnato – in parallelo – i due percorsi: da un lato, lo scioglimento per mafia del consesso cittadino di Scicli; dall’altro, l’iter autorizzativo dell’impianto A.CI.F. che, dopo lo scioglimento, trova una (inattesa?) corsia preferenziale”
Nell’esperienza politica attuale, i reverberi di questa vicenda hanno toccato anche noi. Ci siamo trovati a dover terminare tutti gli atti dell’iter amministrativo avviati nelle passate legislature, atti che erano di vitale importanza per la tutela del territorio, ma soprattutto per scongiurare definitivamente la possibilità che qualcuno individuasse nuovamente Scicli per realizzare altre discariche.
La conclusione da trarre in questa vicenda, che ha toccato la nostra comunità, deve essere semplice, senza tanti giri di parole, senza demagogia, senza dietrologia, e soprattutto senza peli sulla lingua.
Resta inciso che qualcuno dovrà spiegare. Lo avevamo detto tempo fa, se si ritiene necessario si facciano tutti gli accertamenti giudiziari del caso, facendo attenzione che non è la politica che dovrà sentenziare sui fatti. È importante puntualizzarlo perché su questa vicenda la componente “emotiva” ha offuscato il giudizio e l’agire di molti.
È altrettanto vero che la politica metterà fine a queste situazioni nel momento in cui non volterà lo sguardo altrove, non agirà perseguendo l’interesse personale, non agirà per far pesare il peso di eventuali cariche istituzionali con l’obiettivo di aiutare uno o più imprenditori.
Qualcuno potrà anche ritenerle frasi fatte, ma è l’essenza di ciò che deve essere un politico a qualsiasi livello istituzionale sia impegnato.
Start Scicli