SCICLI – Il movimento ‘Cittadini per Scicli’ e il Partito democratico sono intervenuti stamattina sul contenuto della relazione della Commissione parlamentare antimafia all’ARS sullo scioglimento del Comune di Scicli.
Per CPS e PD la relazione sui motivi che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio comunale di Scicli merita qualche riflessione.
“Come Cittadini per Scicli siamo stati assertori convinti che lo scioglimento fosse figlio dell’ingiustizia e del metodo mafioso politico-istituzionale per tutelare a questo punto interessi di parte e su questa convinzione non solo abbiamo pagato in termini di reputazione politica, ma abbiamo sofferto l’onta di un’immagine deteriorata e falsa che anche connivenze locali hanno sostenuto e alimentato”.
Il movimento Cittadini per Scicli aggiunge: “L’amministrazione Enzo Giannone era nata sotto il segno di una direzione opposta e ambiziosa che non solo contestava quello che siamo stati costretti a subire, ma poneva al centro la cittadinanza come perno sul quale potere rimettere in sesto un rinato sistema dialettico tra amministrati e amministratori, per consentire di avviare il movimento di quel sistema di relazioni democratiche come viatico per la rinascita civile e sociale della città”.
“Sulla scorta dell’esame della relazione antimafia quelli che avevamo ragione ieri, e l’abbiamo ancora oggi, portando avanti il valore della dialettica e del confronto che nei fatti viene negato e stemperato in consiglio comunale da una nuova maggioranza consiliare dalla memoria corta, dal giudizio politico rapido e insensato. Ma questa è storia di questi giorni”.
Per CPS è necessario “recuperare lo spirito antico, ognuno dalla propria posizione con l’autonomia del pensiero e dell’azione politica perché è sul crinale che si giocherà una nuova e impegnativa partita, quella di un risarcimento politico e storico di cui tutti sentiamo oggi più che mai bisogno”.
Per il Partito democratico è importante che “adesso si va avanti contro chi ha voluto lo scioglimento del Comune”.
“Il Partito Democratico già nel 2015 paventava il rischio che si stesse consumando uno dei più gravi “errori” della storia democratica della Provincia di Ragusa (come poi è stato) e, a dispetto di chi predicava il silenzio, ha assunto una posizione netta contro lo scioglimento. I rappresentanti del PD ed il parlamentare Dipasquale hanno portato avanti da subito l’azione davanti ai giudici del Tar e del Consiglio di stato (anche facendo la loro parte nelle spese processuali) per garantire chiarezza alla città”.
“Nel luglio del 2016 all’esito dell’assoluzione dell’ex sindaco Franco Susino, il Partito Democratico, con il suo rappresentante all’Ars Dipasquale, ha chiesto con un’interpellanza parlamentare la revisione degli atti che avevano portato allo scioglimento, e la revoca di quel provvedimento, invocando la restituzione alla città delle proprie rappresentanze democraticamente elette”.
“È venuto ora il momento di acclarare -prosegue il PD– qual è stata la catena di comando che ha determinato, attraverso azioni dirette o omissioni, l’ingiusto scioglimento, e per questo il Partito Democratico solleverà la questione avanti alla Commissione Parlamentare Nazionale Antimafia”.
Il Partito Democratico chiederà al sindaco Enzo Giannone, a nome di tutta la comunità, di dare mandato al legale fiduciario dell’ente di procedere giudizialmente contro chi “ha avuto responsabilità nella determinazione dell’ingiusto scioglimento, e che il Consiglio Comunale, facendo proprie le risultanze della relazione, si esprima con una mozione di appoggio alle azioni giudiziarie da incardinare.”