“Sciclitano a disposizione della città”

Lettera aperta di Christian Catera

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SCICLI – La nostra città, a seguito del maledetto Covid, ha perso tanto. Stavamo crescendo economicamente, quando tante attività e professioni sono rimaste ferme, tante famiglie in difficoltà e tanti ragazzi chiusi a casa, spesso senza poter vedere i propri nonni, i più abituati al termine coprifuoco, ma anche i più esposti al rischio di ammalarsi.

La nostra città non si può riunire, con i gruppi e le comunità di quartiere, le vere anime di Scicli, ferme, dal momento in cui il diritto alla salute e la protezione dei cittadini vengono prima di ogni altra cosa. Anche per questo, tante discussioni sui problemi della nostra città, sono state rinviate a data da destinarsi.

Un detto siciliano recitava “Lassa lu focu ardenti e succurri la parturienti”: è stato necessario lasciare stare tutto ciò di cui ci si stava occupando per alleviare le conseguenze del doloroso travaglio causato da questa pandemia. Ed è stato giusto così. Ma ancora per quanto tanti problemi resteranno sospesi?

Presto si voterà in Consiglio comunale per stabilire la bontà dell’azione amministrativa in merito alla situazione finanziaria dell’ente. In questa fase, verrà da chiedersi come siano stati spesi (e quanti di questi ne avanzino oggi) gli 11 milioni di euro ottenuti dal Comune di Scicli a seguito della transazione chiusa con ENI ed EDISON nel 2019.

Un’enormità in tempi di casse vuote per gli Enti Locali. Tornerebbero molto utili oggi, vista la situazione economica disastrosa in tutta la Sicilia e in tutta Italia, aggravata dalla pandemia.

E ancora, in caso di buon fine del nuovo accertamento tributario (notificato sempre ad ENI ed EDISON) per ben 89 milioni di euro, servirà pianificare con lungimiranza, partendo da un grande confronto pubblico e politico, i più urgenti investimenti utili al bene della nostra Scicli per i prossimi anni, in grado di dare nuova linfa all’economia cittadina, mortificata da questo pesante periodo di crisi e dai ben noti lacci e lacciuoli della burocrazia.

Presto si tornerà a discutere di quanto, prima di avviare la candidatura solitaria di Scicli quale Capitale della Cultura, si sarebbe dovuto tornare pienamente operativi sul recupero dei beni culturali, a partire da Chiafura. In quelle grotte, i nostri nonni, che oggi sono chiusi a casa, ci vivevano, e durante la guerra trovavano un rifugio sicuro.

Noi, rivivendo la loro storia, potremmo pensare di costruire buna parte del nostro futuro, che non potrà essere più legato solo ed esclusivamente alle fortune televisive di Montalbano. Un futuro, ancora da programmare, che possa rendere Scicli la porta, culturale e non, del Sud-Est siciliano.

Nella foto Christian Catera

Presto si tornerà a parlare di PRG e di gestione della città, delle aziende agricole, di servizi ai cittadini, perché c’è tanto lavoro arretrato da smaltire; si dovrà anche stabilire se sia giusto o meno pensare di trasferire e ritrasferire gli uffici comunali, come il nevralgico ufficio tecnico, da una sede ad un’altra, a distanza di pochi mesi.

Decisioni importanti, che dovranno essere assunte con il coraggio di una politica bipartisan, che metta, specialmente in questo difficile contesto, da parte le divisioni e si concentri sul bene esclusivo della Città.

Quanto prima, quindi, si dovrà ricominciare a sbrogliare quei nodi che rischiano di rallentare la ripresa della nostra Scicli, quando i tempi saranno migliori. Prima o poi questa tragica onda pandemica sarà un ricordo da raccontare, e avremo tutti bisogno di ripartire velocemente.

Per farlo, però, serviranno visione e coraggio, recuperando quello spirito dei nostri nonni, che se oggi ci sembra così ricco di saggezza, in passato era denso d’inventiva e furore. Dobbiamo ricordarci come, se oggi viviamo nel benessere, lo dobbiamo al loro duro lavoro, che ha permesso di costruire tutti quegli agi che, di questo passo, non riusciremo a mantenere ancora a lungo, né a Scicli, né altrove.

Da questo brutto periodo deve restare viva la speranza che nella nostra Scicli, da questa “parturienti” nasca qualcosa di buono, portato avanti da chi possiede la capacità di contribuire alla ricostruzione politica, economica e sociale del dopo pandemia, unendo l’esperienza dei “senior” e l’energia delle “nuove leve”.

Una vera e propria rinascita in grado di ridare alla nostra Città una politica all’altezza della propria storia, per rimettere Scicli e gli sciclitani al centro.

Christian Catera

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