Vaccini a Scicli, PD e sindaco Giannone si fanno la guerra

Il Partito Democratico chiede le dimissioni del dottore/consigliere Claudio Caruso e accusa il sindaco Enzo Giannone di avere “politicizzato” la vicenda delle vaccinazioni al Busacca. Il primo cittadino in un suo post scrive: “Ho letto una noticella di un partitino locale…”

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SCICLI – Caso vaccini all’ospedale Busacca di Scicli, il Partito Democratico lancia due fiondate: una all’indirizzo del Sindaco, accusato di avere “politicizzato” la vicenda, e l’altra al dottore/consigliere Claudio Caruso, chiedendogli le dimissioni dal ruolo istituzionale. Nel pomeriggio è stato diffuso un documento.

“La questione è stata politicizzata dal sindaco Enzo Giannone -si legge- che prima ha chiesto spiegazioni all’Asp, e un attimo dopo è intervenuto a difesa di Caruso, che è parte della sua maggioranza. Stessa cosa fa la consigliera Rita Trovato”.

“A questo punto, considerato che la maggioranza fa quadrato attorno al suo consigliere comunale, visto il provvedimento dell’Asp, visto che siamo finiti sui TG nazionali (oggi RAI uno), il Partito Democratico di Scicli -prosegue il documento- prende le distanze da tali comportamenti, e chiede le dimissioni di Caruso da consigliere comunale che, come tale, dovrebbe svolgere anche un attività di controllo sui servizi sanitari della città”.

Fin qui il partito. Passa poco tempo e il sindaco Enzo Giannone, in un post pubblicato nella sua pagina social, risponde con forza al PD“Ho appena letto una noticella di un partitino locale -scrive Giannone- nella quale si afferma che io farei la difesa d’ufficio del dott. Caruso, e se ne chiedono le dimissioni da consigliere comunale”.

“Più strumentalizzazione di questa ce ne vuole… ne è la prova provata. Che si vuol fare? Fin dove ci si vuole spingere in questo sciagurato e dissennato precipitare dell’umana ragionevolezza? In altri tempi –continua il primo cittadino- avrei usato la parola “sciacalli”; in questo tempo uso il termine “ignavi'”.

“Io ho fatto solo il mio dovere. Ho chiesto chiarimenti e li ho avuti, in maniera pubblica, da chi dirige l’Asp. Ognuno -afferma- può valutarli ma certamente non può arrogarsi il diritto di insultare o offendere…”.

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