SCICLI – Da oltre tre mesi il pallone non rotola più sui campi delle serie minori. La seconda ondata di contagi da Covid-19, di inizio ottobre, ha spinto il Governo a “congelare” momentaneamente i campionati dilettantistici.
Senza allenamenti né gare da disputare, le società approfittano di questo stop per riflettere sul loro futuro. In molte cercano di riordinare le idee, per fronteggiare e superare i mille problemi dell’emergenza sanitaria, altre provano a immaginare un ritorno sui campi, analizzando i benefici e le difficoltà che ne deriverebbero.
Tra chi ritiene ancora prematuro, in questo momento, pensare di tornare a giocare, c’è il presidente del Calcio Scicli, Giuseppe Arrabito. “Oggi credo che nessuna società sia pronta per ripartire”, ha così esordito.
“Non conosciamo -prosegue- i protocolli che devono essere attuati per tutelare la salute dei nostri tesserati, una gravosa responsabilità per noi presidenti”.
“Ci troviamo di fronte a ragazzi che sono fermi da oltre tre mesi. Alcuni -aggiunge Arrabito- hanno problemi di lavoro, quindi economici, e questo rende più difficile programmare un eventuale avvio dell’attività sportiva”.
Il presidente del Calcio Scicli parla chiaro: “Siamo ancora in piena emergenza. Il nostro obiettivo è quello di ripartire quando ci saranno certezze su tutti i fronti, scenario ancora lontano, visto i tanti dubbi e le incertezze che ancora prevalgono”.
Arrabito a malincuore afferma che il calcio dilettantistico in questo momento debba restare fermo e programmare la ripresa con tutta calma, senza affrettare i tempi. “E’ vero, -conclude il presidente del Calcio Scicli- abbiamo tutti gran voglia di tornare a giocare ed esultare insieme il prima possibile. Ma è anche indispensabile farlo in piena sicurezza”.