SCICLI – I canoni idrici 2015-2016, richiesti con atti di diffida dal Comune, presenterebbero delle irregolarità nel calcolo degli importi. Presunti errori che vengono cerchiati in rosso dal comitato “Cambiare Scicli”, rimasto tutt’altro che convinto dalle bollette inviate dal Municipio ai cittadini.
“Il Comune di Scicli –afferma il comitato- ha approvato l’elenco di 4.526 diffide di pagamento e messa in mora per omesso pagamento dei canoni idrici 2015 e 2016 per un ammontare complessivo di 1.816.162 euro, di cui 213.663 euro interessi di mora ed 23.082 euro spese di notifica”.
Giuseppe Implatini, presidente di “Cambiare Scicli”, elenca quelle che sono le irregolarità contestate al Comune nel calcolare le fatture idriche.
“I Comuni hanno l’obbligo di assicurare, con i proventi della tariffa idrica, la copertura integrale dei costi del servizio acquedotto”, viene spiegato da Implatini che evidenzia come “la tariffa applicata deve generare un introito pari ai costi di gestione del servizio acquedotto, per cui i Comuni non hanno il diritto di riscuotere una entrata maggiore dei costi effettivamente sostenuti”.
Questa la prima condizione che non sarebbe stata rispettata, secondo il presidente del comitato “Cambiare Scicli”, in quanto “il Comune di Scicli –si legge nella nota- ha sostenuto un costo di gestione per il servizio idrico integrato di 1.351.603 euro per l’anno 2015 e di 1.608.475 euro per l’anno 2016 e nel contempo ha emesso fatture di 2.732.136 euro per l’anno 2015 e di 3.019.649 euro per l’anno 2016 (al netto di iva e addizionali)”.
“Come vedesi, dal raffronto dei dati, -spiega Implatini-il Comune di Scicli sta riscuotendo illegittimamente un importo superiore ai costi sostenuti per un ammontare di 2.791.707 euro”.
Altro errore commesso dal Comune è stato riscontrato, dal comitato “Cambiare Scicli”, nell’applicazione degli interessi di mora, avvenuta “illegalmente sugli omessi pagamenti dei canoni idrici 2015 e 2016 nella misura annua variante dal 3,55% al 4,30% in palese violazione –prosegue Implatini- dell’art.1284 del Codice Civile che stabilisce: ‘gli interessi superiori alla misura legale devono essere determinati per iscritto; altrimenti sono dovuti nella misura legale’”.
“Pertanto il Comune di Scicli, non avendo determinato per iscritto, sui contratti di fornitura idrica, gli interessi superiori alla misura legale, -continua il presidente del comitato- può soltanto esigerne il pagamento nella misura legale, vale a dire nella misura del tasso di interesse legale dello 0,50% per il 2015, dello 0,20% per il 2016, dello 0,10% per il 2017, dello 0,30% per il 2018, dello 0,80% per il 2019 e dello 0,05% per il 2020, così come stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze”.
Ultima irregolarità rilevata da Implatini risiede nella maggiorazione delle fatture relative ai canoni idrici 2015 – 2016 il cui importo sarebbe stato aumento “illegalmente” di 1,55 euro, a titolo di spese di fatturazione.
“Tutto questo –aggiunge- in palese violazione del comma 8 dell’art. 21 del D.P.R. 26/10/1972, n. 633 che stabilisce in materia di fatturazione: ‘Le spese di emissione della fattura e dei conseguenti adempimenti e formalità non possono formare oggetto di addebito a qualsiasi titolo”.
Il comitato “Cambiare Scicli” invita il Sindaco, l’assessore ai Tributi e il Capo Settore IV Entrate Trib. e Patr. ad “adottare gli opportuni provvedimenti al fine di disporre la rettifica in via di autotutela di tutti gli importi delle diffide di pagamento, riducendo le fatture in proporzione dei minori costi sostenuti ed escludendo –conclude la nota- gli interessi di mora non dovuti e le spese di fatturazione”.