SCICLI – È stato presentato, nei giorni scorsi nella sala Falcone-Borsellino di palazzo Spadaro, il progetto pilota in Italia che Falck Renewables Sicilia realizzerà a Scicli.
“Si tratta di un impianto agrivoltaico da 9,67MWp in contrada Landolina, a nord di Donnalucata –riporta un comunicato stampa del Comune-, che unirà a una produzione energetica rinnovabile, pari al fabbisogno di oltre 5 mila famiglie, la valorizzazione delle colture agricole locali nel rispetto delle peculiarità ambientali dell’area”.
A presentare il progetto il sindaco Enzo Giannone, con l’assessore Viviana Pitrolo e il vicesindaco Caterina Riccotti, e, per Falck Renewables, Fabrizio Tortora, responsabile del Business Development, Alessandro Costa, responsabile della Sostenibilità e Carlo Gargano, Business Development Manager Sicilia.
“L’impianto –si legge- sarà a basso impatto ambientale, avvierà contestualmente attività agricole gestite da cooperative locali, con opere di interesse sociale scelte in maniera condivisa e partecipata con la comunità sciclitana, mentre, per la parte squisitamente agricola, la facoltà di Agraria dell’Università di Catania individuerà le coltivazioni autoctone che affiancheranno il campo energetico”.
A distanza di alcune ore dalla presentazione del progetto è intervenuta Legambiente Scicli. “Il vero agrivoltaico si fa con gli agricoltori, altrimenti si tratta di impianti fotovoltaici a terra in zona agricola”. Lo afferma la presidente di Legambiente ‘Kiafura’ Alessia Gambuzza che aggiunge: “Gli impianti agrivoltaici per definizione prevedono una felice ‘convivenza’ nelle aziende agricole tra produzione fotovoltaica e le colture, o l’allevamento. L’impianto di Scicli di contrada Landolina di prossima realizzazione da parte della Falk Renowables, non è un impianto agrivoltaico connesso ad una azienda agricola”.
“Si tratta di un impianto fotovoltaico a terra, di notevoli dimensioni, -precisa Gambuzza- collocato in zona agricola. Il circolo Legambiente di Scicli ha mosso sin da subito i propri rilievi nei confronti del progetto in sede di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione Ambientale Strategica (VAS) perché l’impianto impattava negativamente con il paesaggio della campagna iblea e con le prescrizioni del piano paesaggistico della provincia di Ragusa. Laddove il paesaggio è ‘bene comune’ riconosciuto e protetto dalla nostra Costituzione. È anche grazie alle nostre osservazioni, a quelle della Soprintendenza e della stessa Commissione VIA VAS che il progetto finale è stato rivisto e rimodulato”.
“Legambiente -afferma Gambuzza- è favorevole allo sviluppo del fotovoltaico, ma il PEARS della Regione Sicilia (Piano energetico ambientale della Regione Sicilia) prevede la collocazione degli impianti industriali in cave e miniere esaurite, Siti di Interesse Nazionale (SIN) discariche esaurite e ‘…ad altri siti’, genericamente individuati come ‘terreni agricoli degradati'”.
“Il ruolo di Legambiente è quello di spingere verso la transizione energetica e stiamo lavorando in tutta Italia perché si affermi l’agrivoltaico per superare i problemi del fotovoltaico tradizionale sui terreni agricoli. Al nostro fianco vorremmo registrare la presenza attiva e attenta degli enti territoriali. Nel caso specifico,-prosegue Gambuzza- spetterà al Comune di Scicli regolamentare al più presto l’insediamento degli impianti fotovoltaici, curando che su terreni agricoli possa svilupparsi soltanto la produzione fotovoltaica legata all’agricoltura”.
“Per gli impianti esistenti –conclude Legambiente-, occorrerà fare di tutto affinché le ferite al paesaggio vengano il più possibile mitigate, che la gestione del terreno occupato dall’impianto venga effettuata in modo da reintegrare il terreno agricolo nella sua funzione produttiva”.