Chalet “Sabir”, Legambiente: “Interesse economico di un singolo prevale sulla tutela ambientale della collettività”

L’associazione ambientalista commenta negativamente la decisione del Tribunale Amministrativo che consente alla ditta di proseguire i lavori di realizzazione dello stabilimento balneare

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SCICLI – Legambiente non ci sta. Il circolo locale del Cigno Verde scuote la testa di fronte la recente decisione del TAR che ha respinto i ricorsi presentati contro il costruendo stabilimento balenare sulla spiaggia di ponente a Donnalucata. Il Tribunale Amministrativo ha stabilito che i lavori di realizzazione dello chalet possono proseguire, in modo da consentire all’attività di essere operativa entro metà luglio. La disapprovazione dell’associazione ambientalista è netta.

Legambiente, costituendosi in giudizio ‘ad opponendum’ al TAR con l’associazione Ainlu Kat, e la ditta GRG di Ragusa Giorgio & C, –esordisce in una nota- ha inteso innanzitutto portare le ragioni della tutela ambientale della spiaggia. Nell’ordinanza, con la quale il TAR concede la sospensiva e fissa la data dell’udienza definitiva al 15 dicembre 2021, abbiamo registrato due fenomeni a nostro parere molto singolari, che riteniamo indispensabile mettere in risalto”.

Da una parte, il Collegio ha ritenuto di dover approfondire la questione naturalistica autonomamente e senza l’ausilio di esperti (come richiesto da noi e da altro ricorrente), -spiega il circolo locale ‘Kiafura’ Scicli- addirittura sostituendosi alla Soprintendenza nella valutazione di alcuni aspetti ambientali”.

Il dissenso espresso da Legambiente è dovuto in particolare “all’Ordinanza che ha confermato –si legge- l’orientamento già emerso, in ordine alla prioritaria tutela dell’iniziativa economica rispetto alla tutela di un bene paesaggistico e naturalistico, ritenendo paesaggio e natura ripristinabili”.

Secondo l’associazione ambientalista si tratta di un “principio estremamente pericoloso perché afferma una inversione delle priorità nel bilanciamento degli interessi finora espresso dalla giurisprudenza, dove gli interessi economici erano sempre stati ritenuti secondari. Peraltro, gli interessi economici di chi?”.

Appare curioso –prosegue– che un Collegio si sbilanci in considerazioni economiche che riguardano una singola impresa, trascurando, per evidenti incompetenze in materia, l’economia di altri soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nella vicenda, come gli operatori dell’ospitalità di Donnalucata, che per certi versi potrebbero essere danneggiati dalla scomparsa o la compromissione di una spiaggia libera in posizione centrale”.

Infine, la costituzione in giudizio del Circolo locale di Legambiente –conclude il documento- è stata resa necessaria dalla mancata procedura partecipativa che si sarebbe dovuta verificare all’atto dell’approvazione del Piano Spiagge, che invece a Scicli ha seguito una strada diversa”.

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