SCICLI – Con lui se ne è andato un pezzo di storia della città. Si è spento ieri, all’età di 93 anni, Giovanni Spadaro, uno dei più vecchi stagnini di Scicli. Conosciuto come “Vanninu u stagninu”, svolgeva la sua professione al quartiere San Bartolomeo. Lavorava all’interno di un piccolo laboratorio scavato nella roccia, lì dove adesso rimarrà custodito il suo ricordo.
Anche il sindaco Enzo Giannone ha voluto rendergli omaggio con un post pubblicato sui social. “Un caro saluto a Giovanni Spadaro –scrive il primo cittadino- che per decenni ha scandito, insieme a ‘Ninu u lantinaru’, anch’egli scomparso qualche anno fa, la vita della cava di San Bartolomeo e dell’intera comunità cittadina, continuando a segnare, con la sua presenza e la sua arte laboriosa, l’identità storica e culturale di una civiltà che sfugge al tempo e all’avanzare, a tratti disumanizzante, della post-modernità”.
“Il mondo di Giovanni –prosegue il primo cittadino- era apparentemente racchiuso in un piccolo laboratorio di pochi metri quadri, ma in effetti si apriva, quasi a cerchi concentrici, via via sempre più larghi, fino a contenere tutti i valori e gli ideali dell’umanità. Di un’umanità che resiste e non si vuole perdere. Questa è l’eredità più vera di Giovanni Spadaro, ‘u stagninu’. Buon viaggio anche a te”.
I suoi funerali saranno celebrati questo pomeriggio, alle ore 16, nella chiesa di San Bartolomeo.