SCICLI – Rimane in pressing il comitato Cambiare Scicli che continua a tenere sott’occhio il Comune in materia tributaria.
Da un bel po’ di giorni, il gruppo, guidato dal presidente Giuseppe Implatini, ha posto l’attenzione sul canone del servizio idrico. Frugando ancora tra le carte, il Comitato ha trovato nuovi elementi discutibili.
“Con la delibera di consiglio (n. 58 del 30.09.2020) è stata approvata per l’anno 2020 – spiega Implatini – la nuova tariffa del servizio idrico per le utenze domestiche di residenza. Questa stabilisce il ‘criterio pro capite’ con fasce di consumo ‘a tariffa agevolata’, commisurate al numero dei componenti del nucleo familiare”.
Cambiare Scicli sostiene che “la tariffa agevolata di € 0,362 mc. è stata applicata su un consumo di acqua di mc. 55”, quando invece ad averne diritto erano gli utenti “i cui nuclei familiari erano composti da più di 3 persone e su un maggior numero di mc. di acqua (precisamente di mc. 73 – 91- 110, rispettivamente per nuclei familiari di 4 – 5 – 6 persone). Stessa impostazione – precisa il Comitato – valeva per la tariffa base”.
“Pertanto – prosegue Implatini – i consumi idrici sono stati fatturati con la tariffa maggiorata (di € 0,725 al mc., invece di € 0,362, e di € 0,949 al mc., invece di € 0,725) a tutti i nuclei familiari composti da 4 o più persone, violando in tal modo il ‘criterio pro capite’”.
Stando al Comitato dunque “le famiglie hanno dovuto pagare un importo maggiore di quello dovuto”.
Cambiare Scicli bacchetta l’amministrazione comunale. “Sindaco Giannone – riporta il comunicato – perché non ha informato i cittadini di Scicli che dovevano presentare apposita autocertificazione, attestante il numero dei componenti del nucleo familiare, per fruire della tariffa agevolata?”. La stessa domanda Implatini la rivolge all’Assessore ai tributi e alla Responsabile del Settore idrico.
Il Comitato stringe ancora la morsa: “Perché il Comune di Scicli non ha applicato la tariffa agevolata ai nuclei familiari composti da 4 o più persone, visto che conosceva esattamente il numero dei componenti di ogni nucleo familiare?”.
“E perché la Responsabile del Settore idrico non risponde, dopo 8 mesi, all’istanza di ricalcolo dell’importo della fattura idrica per quei cittadini che hanno presentato l’autocertificazione?“, ha proseguito Implatini.
Per il Comitato c’è il rischio che la stessa problematica si ripresenti con la fattura idrica 2021, a meno che “non sarà soppresso l’obbligo di autocertificazione”.
Implatini riserva un’ultima stilettata al primo cittadino. “Sindaco, ormai il suo tempo è scaduto e a breve – conclude la nota – verrà la risposta della gente alle sue reiterate non risposte”.