SCICLI – Il fenomeno dell’inalgamento e dell’insabbiamento del porticciolo di Donnalucata è riesploso. Lo scalo di alaggio è insabbiato e sommerso da uno strato spesso di alghe in putrefazione.
Un’icona negativa della borgata soprattutto in vista della imminente stagione primaverile. Le avversità atmosferiche hanno di nuovo reso inagibile il porticciolo. I pochi pescatori rimasti sono fermi con le proprie imbarcazioni: le alghe impediscono l’entrata e l’uscita delle imbarcazioni.
Nell’area antistante lo scalo di alaggio c’è la draga inutilizzata, di proprietà dell’ex provincia, portata nella borgata sciclitana per dragare il fondale.
“Perché nessuno interviene per bonificare l’area?“, chiedono i pescatori ma anche i residenti. La rimozione delle alghe garantirebbe, almeno nell’immediato, un recupero della fruizione dell’area per l’attracco delle imbarcazioni e, altro aspetto importante, la fine del nauseante odore che si percepisce nella zona.
Per l’infrastruttura donnalucatese c’è un più ampio progetto, ovvero la messa in sicurezza, grazie ai fondi della Protezione civile, pari a circa 3,8 milioni di euro.
E a proposito di inagibilità l’antica chiesa di Santa Caterina da Siena, nel centro storico di Donnalucata, da più di due anni transennata e chiusa al culto, in seguito al distacco di alcuni calcinacci dalla facciata nel gennaio del 2019.
L’edificio religioso si è visto bloccare da circa un mese gli interventi di recupero della facciata, finanziati con 262 mila euro.
I lavori, diretti dalla Protezione civile, sono bloccati in attesa della approvazione di una perizia di variante, relativa ai cordoli della parte sommitale della chiesa. Tra circa 20 giorni i lavori dovrebbero riprendere.