Area dunale di Scicli, “Terra di nessuno”

Il circolo locale di Legambiente lamenta l’assenza di controlli e mostra forte preoccupazione per la tutela delle dune del litorale

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SCICLI – Moto da cross e ruspe, “doppia minaccia” per la tutela e la salvaguardia dell’area dunale del litorale sciclitano. Legambiente “Kiafura” Scicli guarda con molta preoccupazione a ciò che starebbe accadendo sulle spiagge, definendole “terra di nessuno”.

Da mesi alcuni nostri soci e dei cittadini – afferma la presidente del circolo locale dell’associazione ambientalista, Alessia Gambuzzaci segnalano ‘eventi’ di motocross sulle dune del Pisciotto, ad un tiro di schioppo dalla fornace Penna”.

Gambuzza precisa che tale “fenomeno accade anche in altre spiagge, per non dire del continuo passaggio sulla pista del Parco di Costa di Carro. Tutto ciò si verifica in pieno giorno”.

Di notte, invece, – aggiunge la presidente – si segnalano mezzi pesanti sulla sabbia, sempre del Pisciotto, che ne spostano quantità ingenti, o peggio, ne asportano grandi quantità per trasportarle non si sa dove”.

Nella foto Alessia Gambuzza

Insomma, alcuni sostengono che l’area dunale di Scicli è come se fosse terra di nessuno: è possibile smentire questa diceria, oppure corrisponde a un’amara verità?”, ha proseguito Gambuzza.

La sezione locale del ‘Cigno Verde’, infatti, rileva un’assenza di controlli sulle spiagge, volti a preservare in particolare le dune. In questo senso l’associazione ambientalista afferma che a vigilare in questi luoghi “non si è vista la Polizia urbana, anche se allertata; non si sono viste le Forze dell’ordine, allertate anche esse; nemmeno la Guardia Costiera”.

Forse è tutto in ordine, tutto autorizzato, dalle moto che scorrazzano ai cingolati sulle dune?”, domanda la presidente di Legambiente “Kiafura”, nel tentativo di stimolare un’intensificazione delle attività di vigilanza in queste aree.

Fino a quando la natura e i beni comuni, ovvero tutto ciò che è di tutti, dovranno essere difesi dalle associazioni ambientaliste, anziché da chi deve farlo per obbligo istituzionale – conclude Gambuzza -, sarà la sconfitta del sistema sociale e della comunità. Attendiamo fiduciosi risposte autorevoli ed esaustive”.

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