SCICLI – Annullate anche quest’anno le processioni della Settimana Santa e la Festa del Cristo Risorto. Lo ha deciso oggi il Vicariato di Scicli, motivando le sue ragioni in un comunicato rivolto ai fedeli e ai cittadini.
I parroci della città iniziano col fare una premessa: “Bisogna riconoscere oggettivamente, come una decisione concreta, circa la possibilità e l’opportunità di svolgere le processioni, deve mettere in conto e in debita considerazione diversi fattori interdipendenti tra di loro”.
Sono due i principali motivi che hanno spinto il clero di Scicli a prendere tale scelta. Il primo è legato “alla situazione dell’aumento progressivo dei contagi nella nostra città, di cui è impossibile – spiegano – pronosticare al momento la curva di decrescita, e che perciò rende difficile progettare un evento a lunga e media scadenza”. Mentre il secondo fa riferimento ”all’attuale guerra in Ucraina, il cui malaugurato protrarsi, anche in caso della scomparsa della pandemia, renderebbe alcune manifestazioni locali di pietà popolare inopportune nei riguardi dei fratelli e delle sorelle del popolo ucraino”.
Anche se ci dovesse essere un miglioramento sul piano epidemiologico, la scelta del Vicariato rimane invariata in quanto “ricade sui parroci, nel caso dell’organizzazione di processioni ed altri eventi pubblici, la responsabilità (di concerto con la pubblica autorità) di far rispettare l’obbligo di osservanza di alcuni divieti, tra cui quello di assembramento, che rimarrà anche con la fine dello stato di emergenza”.
“Vista tale situazione complessiva, sentito i nostri consigli pastorali e tenendo pure in debita considerazione le osservazioni dei fedeli e di tante parti della società cittadina, abbiamo deciso – si legge nel comunicato – di sospendere le processioni della Addolorata di Santa Maria la Nova, del Santissimo Crocifisso di San Bartolomeo, del Venerdì Santo (nel centro storico, a Donnalucata e a Cava d’Aliga), del Santissimo Sacramento e del Cristo Risorto la domenica di Pasqua”.
Potranno essere annullate anche le celebrazioni parrocchiali in chiesa, valutazione che spetterà “ai singoli parroci”, tenendo conto del “rischio di un ulteriore diffusione del contagio”. Lo stesso varrà per le altre manifestazioni esterne che “potrebbero mostrarsi irriguardose verso chi soffre per la guerra”.
“Saranno pertanto i sacerdoti e le parrocchie interessate alle manifestazioni della Settimana santa e Pasqua – aggiunge il Vicariato – a indicare nel dettaglio le modalità con cui si svolgeranno i relativi riti”.