Stop a processioni e festeggiamenti, la Pasqua che ci aspetta

SVN ha intervistato padre Antonio Sparacino, parroco della chiesa di Santa Maria La Nova e del Carmine

-Pubblicità-    

SCICLI – In molti speravano che il 2022 potesse essere l’anno buono per tornare a festeggiare i riti pasquali come una volta, prima dello scoppio della pandemia. Qualcuno in città cominciava a immaginare l’abbraccio che il popolo sciclitano avrebbe tributato al Cristo Risorto, dopo tre lunghi anni.

Ogni tipo di previsione sullo svolgimento o meno delle processioni della Settimana Santa e della Festa del Gioia era plausibile fino a mercoledì scorso, giorno in cui il Vicariato di Scicli si è espresso in merito: la decisione, maturata dopo un’attenta riflessione dai parroci, è stata quella di stoppare tutto.

Fondamentalmente sono stati due i motivi che hanno portato il clero a fare questa scelta: “L’imprevedibilità dei contagi e il conflitto in Ucraina”.

Allo stesso tempo il Vicariato non ha escluso che ci possano essere da qui in avanti delle piccole variazioni, rispetto a quanto deciso. Se nelle prossime settimane le cose dovessero migliorare (calo evidente dei positivi e/o tregua/fine guerra) e i tempi organizzativi lo permettono, i sacerdoti, infatti, hanno concordato di essere pronti a studiare se e come proporre eventuali manifestazioni pubbliche, anche esterne alle chiese.

SVN ha intervistato padre Antonio Sparacino, parroco della chiesa di Santa Maria la Nova e del Carmine, per saperne di più sulla Pasqua che ci aspetta.

-Pubblicità-