SCICLI – Una donna di 58 anni, Florentina Gruia, di origini rumene, ma da tempo in Italia e residente a Scicli, è deceduta dopo essere stata operata il giorno prima presso una clinica privata catanese, da cui era appena uscita.
Soffriva di obesità e aveva deciso di sottoporsi ad un intervento chirurgico, tecnicamente “di plastica per la riduzione dell’ampiezza”, in una clinica privata, ma non è più tornata a casa: dimessa dopo neanche un giorno, è spirata in auto durante il viaggio di ritorno, sotto gli occhi atterriti e disperati della figlia e del genero, che erano andati a prenderla e hanno tentato invano di rianimarla, così come vano è stato l’arrivo dell’ambulanza.
I familiari della vittima si sono rivolti a Studio3A-Valore S.p.A. La Procura di Catania, tramite il Pubblico Ministero Valentina Botti, ha aperto un procedimento penale con l’ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni personali colpose gravissime in ambito sanitario per la morte che resta tutta da chiarire.
Il magistrato ha altresì iscritto nel registro degli indaganti il chirurgo plastico che ha effettuato l’intervento e disposto l’autopsia sulla salma, che sarà fondamentale per accertare le cause del decesso ed eventuali responsabilità da parte del dottore che ha operato la donna o della struttura: l’incarico sarà affidato dal Sostituto Procuratore al proprio consulente tecnico, il medico legale dott. Giuseppe Regazzi, domani alle 10, negli uffici della Procura etnea, e l’esame sarà effettuato venerdì 15 aprile, dalle ore 16, nell’obitorio di Scicli. Alle operazioni peritali parteciperanno anche, come consulenti tecnici di parte per la famiglia, i medici legali dott. Antonino Trunfio e dott. Alessandro Bartoloni.
“Florentina Gruia si era ricoverata per un intervento di plastica per la riduzione dell’ampiezza presso la casa di cura giovedì 7 aprile – riporta Studio3A-Valore S.p.A -, dopo aver effettuato nei giorni precedenti svariati accertamenti, un check-up completo comprensivo anche di visita cardiaca, e aver pagato anticipatamente e profumatamente l’intervento: costo, seimila euro”.
“Dopo aver cercato invano per tutto il giorno di parlare con il chirurgo a cui si erano affidati e con la madre, che era entrata in sala operatoria alle 9:30 del mattino, finalmente la figlia – riporta la nota – è riuscita a contattarla al cellulare, alle 20:30: la signora, pur con la voce fioca e chiaramente provata, aveva rassicurato tutti dicendo che era andato tutto bene”.
“L’indomani mattina, venerdì 8 aprile, tuttavia, nonostante il dottore nel corso delle varie visite pre-intervento, avesse assicurato alla paziente e ai congiunti che sarebbe stata trattenuta in clinica per due giorni dopo l’operazione, per restare in osservazione, la figlia è stata invitata ad andare a prelevare la madre, di cui erano state già disposte le dimissioni per le 10. La figlia – si legge ancora – assieme al compagno, pur tra le perplessità, è quindi andata a Catania a prendere la madre, ma la giovane ha visto subito, facendolo notare alla dottoressa presente all’atto delle dimissioni, che sua mamma non respirava bene, ricevendo però rassicurazioni che non era nulla di particolare, che le avrebbero dato un pò di ossigeno e si sarebbe tranquillizzata”.
“I tre sono così partiti per rientrare a Scicli, ma durante il drammatico viaggio di ritorno, lungo l’autostrada Catania-Gela, – prosegue il documento – Florentina Gruia respirava sempre più affannosamente: ‘sto morendo’ ha detto a un certo punto alla figlia, che cercava di calmarla. Il suo compagno ha fatto una prima sosta con la macchina e poi una seconda, nei pressi di Noto (Sr), ma qui la situazione è precipitata, la cinquantottenne non dava più segni di vita. La figlia ha tentato in tutti i modi di rianimarla, anche con la respirazione bocca a bocca, ha chiamato il 118, ma quando i sanitari sono giunti in ambulanza non hanno potuto che constatarne il decesso”.
“Sconvolta dal dolore per l’improvvisa perdita, non riuscendo a capacitarsi di quella tragedia e, soprattutto, nutrendo tanti, troppi dubbi sulle cure prestate nella clinica e su possibili errori medici commessi durante l’operazione, oltre che su quelle dimissioni rivelatesi estremamente affrettate, la figlia della vittima, attraverso il responsabile della sede di Ragusa Salvatore Agosta, – continua la nota – si è dunque rivolta e ha chiesto supporto a Studio-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento anni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito preso in carico e valutato il caso per verificare eventuali profili di malpractice medica sottoponendolo ai suoi esperti che operano in loco, i medici legali Antonino Trunfio e Alessandro Bartoloni”.
“La figlia – conclude il comunicato Studio3A-Valore S.p.A – ha dunque presentato una denuncia querela alla stazione dei carabinieri di Donnalucata, chiedendo all’autorità giudiziaria di fare piena luce sull’accaduto perseguendo i responsabili. Richiesta accolta con l’apertura di un fascicolo e i primi, importanti provvedimenti”.