Non sarà un albergo né una casa di riposo…

L’ospedale Busacca di Scicli secondo il PNRR

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SCICLI – Non sarà un albergo, non sarà una casa di riposo, non sarà un centro di accoglienza per immigrati. L’ospedale Busacca, da più di un decennio in piena smobilitazione per i casi acuti, ha un suo futuro.

Un futuro legato al PNRR che prevede l’Ospedale di Comunità (tre in tutto in provincia, a Ragusa, Scicli e Comiso), la Casa di comunità con un sistema di assistenza a bassa intensità di cura, la cui gestione sarà affidata a personale infermieristico qualificato e un centro di riabilitazione sulla scia del “Bonino Pulejo” di Messina, già operativo sotto la guida del direttore Maurizio Floridia.

Se la legge Balduzzi dieci anni fa, nel 2012, è stata fronteggiata con la formula degli ospedali riuniti di Modica e Scicli che ha permesso di evitare la definitiva chiusura del Busacca, oggi il piano nazionale di ripresa e resilienza rende giustizia alla struttura sanitaria sciclitana, disegnandone il destino.

Certezze arrivate nel corso della visita, nei giorni scorsi, all’ospedale Busacca dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza con al fianco la triade della direzione strategica dell’Asp 7 di Ragusa, composta dal direttore generale Angelo Aliquò, dal direttore sanitario Raffaele Elia e dal direttore amministrativo Salvatore Torrisi. Con loro i deputati regionali Orazio Ragusa e Giorgio Assenza.

Che lettura si ha, oggi, del Busacca? Dal punto di vista strutturale c’è stata una grande “ripresa” degli spazi distribuiti nell’ampia area a padiglioni (non è più un bosco, piace dire). I servizi ambulatoriali sono dislocati in ampi spazi e danno servizi ad un vasto comprensorio, il Monoblocco N si avvia ad ospitare la Casa di comunità, che sarà gestita da personale infermieristico qualificato e che servirà a decongestionare il pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Modica.

Ed in futuro dovrebbe anche ospitare un corso di laurea ad indirizzo infermieristico, la cui attività potrebbe partire già entro fine anno. Ci sono le risorse, ci sono le linee di progetto, gli studi di fattibilità e c’è l’intenzione di formare professionisti capaci di offrire le loro conoscenza a queste strutture.

Intanto c’è la nuova realtà del reparto di riabilitazione, dotato delle attrezzature del Bonino Pulejo di Messina che l’Asp 7 di Ragusa ha riscattato, grazie all’oculata gestione di Angelo Aliquò, acquisendoli al proprio patrimonio.

È qui che, grazie alla guida altamente qualificata del primario Maurizio Floridia, si stanno consegnando alla vita di tutti i giorni pazienti che, altrimenti, avrebbero dovuto ricorrere a strutture di fuori provincia. E c’è pure una Rsa che da anni svolge un ruolo fondamentale nella cura dei pazienti anziani.

Da dieci anni si chiede giustizia per il Busacca, oggi questa giustizia arriva con un nuovo processo di vita, di salute e di cultura. Sarà la volta buona? Lo si spera, lasciando dietro le incertezze dell’ultimo decennio, legate a precedenti gestioni aziendali che hanno dimenticato l’esistenza di questa struttura sanitaria ed ignorato il ruolo che avrebbe potuto svolgere nella sanità iblea.

Pinella Drago

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