SCICLI – Tredici siti culturali. Dal famoso commissariato di Vigata ai luoghi meno noti, ma non per questo affascinanti, come la chiesetta della “Scalilla” e quella di San Vito; in mezzo lo splendore degli edifici storici, quali palazzo Spadaro o il “Bonelli – Patanè, solo per citarne alcuni.
Ci sarà tanto da vedere a Scicli nei prossimi tre weekend con l’edizione 2022 de “Le Vie dei Tesori”. Da domani e fino a domenica 16 ottobre la manifestazione a respiro regionale (coinvolte anche le città di Palermo, Catania, Ragusa, Alcamo, Carini e Cefalù), dedicata alla scoperta delle città d’arte dell’Isola, proporrà visite, passeggiate ed esperienze uniche a turisti, visitatori e cittadini.
“Il nostro festival – commenta il vicepresidente dell’omonima fondazione, Marcello Barbaro – è il più grande circuito di promozione del patrimonio culturale e paesaggistico della Sicilia, un modello da sfruttare, come occasione di sviluppo e di lavoro per i nostri giovani. Tra l’altro concretizziamo il sogno di ogni Comune, cioè una card turistica che metta in rete i siti, come è di fatto il nostro coupon”.
Sull’evento culturale è intervenuto pure il sindaco di Scicli, Mario Marino. “I luoghi conosciutissimi fanno da attrattore – spiega –, ma vorremmo inserirne tanti altri meno noti nella prossima edizione. Quest’anno non si potranno visitare le grotte di Chiafura, ma è stata appena finanziata un’imponente operazione di restauro e speriamo di poterle riaprire nei prossimi mesi”.
Per Elio Tasca, assessore comunale alla Cultura, “il festival sarà un’opportunità straordinaria per i nostri giovani. Sono stati coinvolti nelle visite anche un gruppo di ragazzi con disabilità e 40 studenti del liceo dell’istituto superiore “Q. Cataudella” che racconteranno i palazzi. E alcune visite saranno anche in linguaggio LIS”.
In stretta collaborazione con la locale Pro Loco, nasce, dunque, una nuova, bellissima edizione de “Le Vie dei Tesori”, molto legata al territorio e con il ritorno di luoghi che il pubblico ha amato veramente tanto, ma anche con l’apertura di chiese quasi sconosciute ai turisti.
Si parte dalla famosa fiction de “Il Commissario Montalbano”, ormai studiata come esempio di “motore turistico”: il Municipio ha rivoluzionato da anni i suoi locali a piano terra, aprendo al pubblico il set cinematografico delle avventure di Salvo Montalbano. Qui è possibile riconoscere subito l’ufficio del commissario, la sala d’aspetto, il centralino, e ovviamente la stanza dell’acerrimo nemico di Montalbano, il questore Bonetti-Alderighi.
Ma i luoghi da visitare sono comunque parecchi: il bellissimo palazzo Busacca, ottocentesco, costruito dall’Opera Pia che gestiva l’”oro del Busacca”, il patrimonio del benefattore Pietro Di Lorenzo (detto Busacca), con la quale si finanziarono opere umanitarie per oltre tre secoli.
Poi palazzo Bonelli Patanè, uno dei tesori nascosti della cittadina barocca, elegante, leggero, interamente affrescato tra fine ‘800 e inizi ‘900, con le tappezzerie e gli arredi originali.
Senza dimenticare palazzo Spadaro che, con i balconi a mensoloni, custodisce al suo interno una bellissima collezione del Gruppo di Scicli, con in testa gli artisti Piero Guccione e Franco Sarnari. In occasione del festival verranno aggiunte alcune tele inedite.
Un altro museo spontaneo, dentro la chiesa di San Vito, dedicato alle “carcare”, le antiche fornaci; la storica farmacia Cartia, che sembra essere rimasta all’800; il Museo del costume e della cucina, profondamente legato al territorio.
Inoltre, sarà visitabile anche la chiesetta rupestre della “Scalilla”: costruita in una grotta ai piedi di San Matteo, si presenta con una facciata semplice, con un piccolo campanile inglobato e un finissimo portone policromo. È legata alla leggenda della Madonna della Catena che intervenne per salvare la vita di tre poveracci condannati ingiustamente.
Aprono anche delle chiese “particolari”: Santa Maria della Consolazione, che nasconde un portale (rarissimo esempio dell’architettura rinascimentale del Val di Noto), il quale introduce ad un originale pavimento con tarsie di pietra bianca calcarea e nera pietra asfaltica; Santa Teresa che è un tipico esempio di stile settecentesco ibleo, un tripudio di stucchi, spire floreali, intarsi, leziose cornici rococò e tele settecentesche.
“Le Vie Tesori” condurranno pure in un luogo che è simbolo di rinascita sociale: il convento domenicano del Rosario che nel 1883 passò alle terziarie Domenicane, che oggi gestiscono il Centro diurno per giovani in difficoltà.
Infine, un presepe attenderà alla fine dei cento gradini della Grotta delle Cento Scale che scende nella “pancia” di San Matteo, un antico passaggio che conduceva ad un polla di acqua dolce, necessaria in caso di assedio dei saraceni.
Per ogni approfondimento, scheda, foto o curiosità, e anche per acquisire i coupon per le visite guidate, basta collegarsi al sito www.leviedeitesori.com. Informazioni: 091 842 0004, tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 18.