Singolare assemblea d’istituto al “Cataudella”: ospite d’onore Giorgio Avola

“Ragazzi, non arrendetevi mai e credete sempre in voi stessi”. Nello sport così come nella vita, il campione olimpionico di fioretto racconta agli studenti le sfide da lui affrontate

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SCICLI – Lectio Magistralis al “Quintino Cataudella” di Scicli, in occasione dell’assemblea d’istituto, organizzata grazie alla sinergia di alunni e insegnanti desiderosi di offrire modelli ed esempi da seguire!

Ospite d’onore è stato Giorgio Avola, schermidore italiano, specialista del fioretto, campione olimpionico. Con la freschezza dei suoi trentatré anni, ha raccontato sé stesso in qualità di studente liceale, desideroso di completare al più presto i suoi studi per dedicarsi completamente alla scherma, perché lo faceva sentire vivo.

Avola ha dichiarato di aver cominciato a sei anni, orientato dalla madre, non perché diventasse un campione, ma perché la scherma avrebbe potuto rappresentare per lui uno sport serio, che offriva un rigido schema comportamentale; il resto lo ha ottenuto con lo sforzo continuo di scoprire le proprie peculiarità, credendo di poter essere “qualcuno”.

L’esperienza, poi, gli ha insegnato che si fallisce un miliardo di volte, ma è proprio il fallimento il segreto del successo, perché è in quei momenti che si cresce e s’impara a gestire la tensione. È il fallimento che dimostra l’esistenza di un’altra possibilità.

Tutto sta nella preparazione – ha dichiarato l’atleta -, per vincere bisogna prepararsi a vincere ogni giorno. Ciò che struttura la forza interiore è tutto ciò che fai anche quando non hai voglia di studiare e lo fai”.

Un incontro carico di energia, di aneddoti, di informazioni tecniche per mantenersi concentrati, ma soprattutto un incontro in cui Avola ha trasmesso ai ragazzi la voglia di non arrendersi mai, perché lui, da giovane, ha scoperto di temere l’esame della patente, ma quando si guardava intorno e scopriva quante altre persone erano state in grado di prenderla, allora lui ripeteva a sé stesso che poteva farcela.

Il messaggio più bello che Avola ha affidato ai giovani di oggi è che non esistono i super uomini, ma solo persone che ce la possono fare. Non bisogna basarsi sull’idea di un successo universalmente riconosciuto, ma sul successo individuale di ciascuno alla scoperta della vittoria personale.

Li ha invitati ad esplorare il mondo per scoprire anche l‘altro diverso da te, soprattutto per avere un punto di vista alternativo al tuo e per porti le domande su quello in cui tu credi.

Il suo è stato un incoraggiamento a partire, non perché questo loro mondo non è adatto, quanto piuttosto perché è necessario crescere per tornare e offrire delle opportunità a quello stesso mondo da cui sono partiti.

Pertanto se ce l’ha fatta lui a partire, a credere in sé stesso, per prendere “la patente di stare al mondo”, allora possono farcela tutti i nostri giovani del nostro piccolo mondo del Cataudella.

Bernardetta Alfieri

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