SCICLI – Unione Popolare Scicli-Modica, Laudato sí Scicli e Sinistra Italiana Scicli puntano l’attenzione sugli impianti fotovoltaici. Sono convinti che “sotto le mentite spoglie della ‘Green Economy’ si nascondono – si legge nel documento – investimenti speculativi di grossi gruppi finanziari e di multinazionali, che hanno scelto le nostre terre per trasformarle in grandi centrali elettriche diffuse a cielo aperto”.
Secondo le forze politiche c’è dell’altro: “L’aspetto più oltraggioso dell’intera operazione riguarda la produzione energetica, interamente esportata (attraverso l’intermediazione dell’ENE) nelle regioni del Nord e che non tiene in nessuna considerazione il fabbisogno delle comunità locali. Altro paradosso: gli oneri fiscali vengono versati esclusivamente nelle casse degli Enti Regionali (Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Piemonte) e degli Stati Esteri, dove di norma hanno le sedi legali questi gruppi economici”.
UPSM, LSS e SIS dicono di non essere contrari al fotovoltaico: “anzi, siamo tra i primi sostenitori delle energie rinnovabili, ma esso deve essere prodotto principalmente con dispositivi allocati su spazi di ‘strutture di servizio’, che non prevedano ulteriore consumo di suolo, tanto più se esso è agricolo”.
“I tetti dei vari fabbricati e dei ‘capannoni’ per la lavorazione dei prodotti agricoli e per le attività della zootecnia, sparsi nel nostro territorio, ad esempio – riporta la nota –, sono strutture che si prestano molto bene all’insediamento di questi pannelli fotovoltaici, ma vi sono anche tanti altri luoghi: le coperture degli edifici pubblici, le aree selvaggiamente cementificate e le strutture abbandonate ed inutilizzate“.
“Ma questi campi fotovoltaici, denominati strumentalmente ‘Agri Fotovoltaici’ – scrivono ancora –, non avranno un impatto negativo solo sulla economia agricola, ma anche sul turismo, sulle caratteristiche peculiari ambientali e paesaggistiche del nostro territorio”.
“Il rischio è che un pezzo del nostro incantevole paesaggio rurale, vocato alla zootecnia, trasformato da quei filari di ferro e vetro, si trasformi in un arido scenario ‘lunare’. Per le ragioni sopradette, ma anche per la motivazione che il ‘suolo agricolo’ – prosegue il comunicato – costituisce il più prezioso e importante patrimonio lasciato in eredità alle future generazioni”.
Illustrato il loro punto di vista, i tre firmatari del documento avanzano delle precise richieste al governo regionale siciliano.
“Chiediamo l’immediata sospensione – affermano – dell’iter autorizzativo di questi impianti fotovoltaici sul suolo agricolo del nostro territorio; di fermare tutti i progetti speculativi dei gruppi finanziari, che mirano a colonizzare e stravolgere il nostro territorio comunale e regionale, territori vocati principalmente all’attività agricola e turistica, per trasformarli in una mega centrale elettrica“.
Tra le richieste anche “la regolamentazione, attraverso strumenti normativi che prevedano l’insediamento delle strutture fotovoltaiche su spazi di servizio e strutture inutilizzate e abbandonate (tetti di capannoni industriali, agricoli, scuole, ospedali, cave e discariche).
UPSM, LSS E SIS reputano necessario “l’avvio delle linee guida sulla progettazione di edifici civili con l’utilizzo di materiali per il risparmio energetico, magari finanziati dalla Regione, e la creazione di comunità energetiche, partendo dalle abitazioni popolari, case in cooperativa, quartieri, fino a piccoli agglomerati di case sparse”.
Infine, nel documento viene chiesto l’avvio “di una politica seria, in tutto il territorio regionale, per rendere ogni città energeticamente autosufficiente“.