Striscioni in spiaggia per la Fornace Penna

Il flash mob organizzato dalle associazioni locali "Casa delle Culture" e "Casa delle Donne" e dal Movimento delle Mamme di Modica

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SCICLI – In spiaggia con gli striscioni. Al posto dei teli mare sono stati stesi sulla sabbia dorata di Sampieri delle strisce in tessuto bianco con scritti in rosso slogan per sollecitare la messa in sicurezza e la salvaguardia della Fornace Penna. È il flash mob organizzato nei giorni scorsi dalle associazioni locali Casa delle Culture e Casa delle Donne e dal Movimento delle Mamme di Modica.

Nell’iniziativa sono stati coinvolti cittadini, bagnanti e turisti. Hanno partecipato pure altri sodalizi della Provincia: Casa del Popolo (Scicli), Movimento del Cittadino (Modica), “La Stele di Rosetta” (Modica), “Alberto Portogallo” (Modica), Biribillie (Modica), Circuito Solidale Pozzallo, Modica Altra e il Comitato per la Salute Pubblica dell’Ambiente (Pozzallo) ed Emergency (Pozzallo).

La Fornace Penna – si legge in un comunicato diffuso dagli organizzatori – è un importante e significativo manufatto di architettura industriale, risalente agli inizi del ‘900, che da anni caratterizza e impreziosisce una fra le più belle spiagge del litorale ibleo”.

Purtroppo negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un continuo deterioramento della struttura ascrivibile alla mancanza dei necessari interventi di manutenzione che la proprietà – riporta il documento – avrebbe dovuto realizzare.

A questa incuria si sarebbe potuto porre rimedio se sia la Pubblica amministrazione che la politica avessero applicato, ciascuno nel proprio ambito di competenza, quanto previsto dal Codice dei Beni Culturali che dall’art. 30 al 38 – scrivono gli ideatori del flash mob -, definisce puntualmente come operare quando chi, avendo il dovere di garantire la loro conservazione, non assolve a tale obbligo.

In più decenni non ci sono state azioni veramente concrete volte a garantire la conservazione della Fornace, piuttosto la si celebra come una quinta teatrale, una scenografia unica e originale, che paradossalmente – aggiungono le associazioni – ha acquisito fascino proprio per la sua precarietà, ma se non la salviamo ci perderemo anche questa ‘suggestione’”.

Noi non ci rassegniamo e chiediamo con forza, a coloro i quali hanno il dovere istituzionale di intervenire, che in tempi certi e con azioni concrete, applichino le norme del Codice dei Beni Culturali, volte alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale, che celebriamo sempre quale una delle nostre maggiori ricchezze”.

 

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