Al PataPata una storia d’amore prima della notte di San Lorenzo

Al calar della sera torna con un nuovo appuntamento “Autori & Libri, conversando a Sampieri”: di scena lo scrittore Gianni Stornello e la sua terza opera letteraria, dal titolo “I giorni dell’Oleandro”

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SCICLI – Una semplice storia di due ragazzi teneramente innamorati. La si vivrà al PataPata, aspettando la notte di San Lorenzo. Stasera, alle ore 19, “Autori & Libri” ospiterà il giornalista e scrittore Gianni Stornello. Al pubblico, confermatosi numeroso in questi primi appuntamenti della rassegna letteraria, presenterà la sua terza opera, fresca di stampa e di grande efficacia, non solo in termini di sobrietà di scrittura, ma soprattutto per la descrizione del tempo e dei luoghi, in cui si colloca la narrazione.

Il testo “I giorni dell’Olenadro” è ambientato in un piccolo centro della Sicilia orientale. Fra i due giovani innamorati si erge l’incomprensibile muro della differenza di classe sociale: lui appartiene ad una famiglia dell’alta borghesia, lei molto meno. L’opera letteraria di Stornello si presenta come un affresco di una società tipica degli anni sessanta, quando ancora si negava l’ascensore sociale alle categorie meno abbienti e gli effetti si riverberavano anche nelle relazioni sentimentali. La catena si rompe quando la protagonista è costretta a cambiare città per il trasferimento del padre. Lettere da lei spedite e mai lette dal destinatario. Amore finito? Dopo sessant’anni si scoprirà l’arcano.

Intanto, tornando indietro di un paio di giorni, sul palco di “Autori & Libri” è stata protagonista la scrittrice Tea Ranno con il suo libro “Un Tram per la Vita”. Martedì sera, dialogando con la giornalista Viviana Sammito, l’autrice ha aperto le porte su un mondo più volte esplorato, quello della Shoa, narrandolo in modo intenso. Da Ranno è stato illustrato, per averla avuta raccontata, la storia di Emanuele Di Porto, oggi novantunenne agitato, ma allora un bambino di dodici anni, ebreo così come la madre catturata nel rastrellamento, operato dai nazisti nel ghetto (il 16 ottobre del 1943), e uccisa nel campo di concentramento di Birkenau.

La storia di una persona esemplare – è stato detto dall’autrice, durante la presentazione del lavoro – che ci ricorda la disumana persecuzione, messa in atto non per quello che gli ebrei esprimevano o facevano, ma bensì per quello che erano. Una delle pagine più tragiche della storia italiana, che raggiunge il suo picco nelle leggi razziali, varate il 5 settembre del 1938, dal governo Mussolini”.

Ranno e Sammito hanno dato vita a una conversazione sobria e composta, ma dagli accenti decisi, supportata dalla lettura di alcuni bravi da parte dell’autrice. Una lezione civica di una scrittrice amata dal pubblico.

 

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