SCICLI – Siamo in un momento di grandissima emergenza sociale e soprattutto educativa. I fatti incresciosi verificatesi con continuità nel mese di settembre rappresentano, senza giri di parole o falsi miti, l’espressione manifesta di un forte disagio, che ahimè coinvolge fasce di popolazione sempre più giovani.
Da pedagogista e da cittadina vivo quotidianamente, a fianco di minori, i loro vissuti e raccolgo le loro storie e disagi anche attraverso l’apprendimento didattico e scolastico: sono molto allarmata.
Se il sabato sera invece di divertirsi e scaricare la stanchezza di una settimana di studio o impegni vari gli adolescenti preferiscono vivere situazioni di conflitto per sentire l’adrenalina scorrere nelle vene, direi che tutti gli adulti, che siamo comunque educatori, dobbiamo fermarci e capire che siamo andati fuori rotta.
Il problema non si può pensare di risolverlo solo attraverso una presenza massiccia di forze dell’ordine e squadre speciali, che sono senz’altro necessarie, ma da sole non sufficienti. I ragazzi di oggi, tocco con mano, sono incapaci di far fronte ai conflitti, gestendo in modo equo le loro emozioni, non mostrano competenze vitali, che consentono loro di saper affrontare le loro trasformazioni fisiche e psicologiche, tipiche della pubertà, e si rifugiano nelle “sostanze” e nelle dimostrazioni aggressive per nascondere le loro incapacità sociali.
Dobbiamo smetterla di pensare con pregiudizi bigotti che si tratta solo di stranieri e che i nostri ragazzi sono lontano da ciò. Quel 17 settembre io ero in mezzo alla rissa insieme a una moltitudine di ragazzi. Mi sono sentita una nullità; ho pensato abbiamo fallito tutti gli adulti e le istituzioni che, davanti alle proposte pratiche e operative di pensare ad un tavolo di concertazione per creare spazi di ascolto e attività per ragazzi, si trincerano in prese di posizioni e stupide fazioni politiche!
Il mio è un grido di allarme. Abbiamo perso credibilità davanti agli occhi dei ragazzi che sono soli e smarriti e Scicli non deve e non può perdere un’altra vita come il 31 ottobre 2022. Adulti svegliamoci!
Agnese Timperanza (Pedagogista)
© RIPRODUZIONE RISERVATA