SCICLI – Sguardo rivolto verso terra per contrastare dall’alto il fenomeno dell’abbandono illecito di rifiuti, delle costruzioni abusive, degli sversamenti e delle baraccopoli collegate al caporalato.
Lo si farà attivando il monitoraggio “dal cielo”, grazie all’adesione data dal Comune di Scicli al progetto AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura). Il programma consente di utilizzare gratuitamente una piattaforma dotata di cartografia online, al fine di controllare il territorio e contrastare reati ambientali, da cui che spesso scaturiscono situazioni di degrado sociale.
La formazione che sarà erogata da AGEA è destinata a una task force, attivata dall’amministrazione comunale (tecnici, polizia locale, amministrativi), che sarà abilitata alle funzionalità del cruscotto di monitoraggio, alle modalità di controllo del territorio comunale, a salvaguardia della sua integrità.
Inoltre, è già stato individuato un ufficio trasversale, che comprenderà sia agenti della Polizia Locale che funzionari dell’Ufficio tecnico: il team lavorerà alla rilevazione attraverso aerofotogrammetrie del territorio per scoprire luoghi nascosti, in cui si consumano reati ambientali.
A darne l’annuncio è il sindaco Mario Marino e l’assessore Enzo Giannone che hanno dato mandato alla comandante della Municipale, Maria Rosa Portelli.
“Il Ministero dell’Interno – afferma Marino – ha stipulato nel 2018 con l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura un protocollo d’intesa, avviando il progetto ‘Criminal Focus Area (CFA)’, per rafforzare le condizioni di legalità in cinque regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, interessate dal Pon legalità FESR FSE 2014/2020.
“L’AGEA ha predisposto un’attività che prevede, attraverso l’analisi di immagini aerofotogrammetriche, registrate in due o più distinte fasi temporali, di individuare e analizzare – termina il primo cittadino – l’evoluzione del consumo del suolo, individuando alcuni elementi che possano indicare la presenza di attività criminali. Mi riferisco a presenza di rifiuti, scassi o cave riempite, con potenziali sversamenti o altri inquinanti solidi, e baraccopoli per lavoratori in nero soggetti al caporalato, identificando, in questo modo dei Criminal Focus Area (CFA) da monitorare”.
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