Tari, “Il filo diretto ’Dillo a Mario’ non funziona”

Riscontrate dal comitato “Cambiare Scicli” presunte anomalie al Regolamento comunale per la disciplina della tariffa sui rifiuti. Chiesto un incontro urgente per proporre la modifica dell’articolo 27, ma da palazzo “Palle” nessuno ad oggi si sarebbe fatto sentire

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SCICLI – Conta di ricevere una risposta entro la fine dell’anno alle “chiamate” fatte all’amministrazione Marino. Chi aspetta da mesi un segnale da palazzo “Palle” è il comitato “Cambiare Scicli”, firmatario di due richieste di incontro urgente, inviate il 15 marzo e il 5 luglio scorsi al Sindaco e all’Assessore comunale al Bilancio e Tributi.

Tutt’oggi, ‘Dillo a Mario’ non ha inteso convocare la nostra delegazione”, esordisce il gruppo, presieduto da Giuseppe Implatini, che vorrebbe interloquire con gli amministratori per proporre una modifica al Regolamento Tari 2021, dopo aver accertato delle presunte anomalie.

L’attenzione del presidente di Cambiare Scicli è stata calamitata dall’articolo 27 della regolamentazione comunale per la disciplina della tariffa sui rifiuti, approvato con delibera n. 31 del 30 luglio 2021: “Esso stabilisce – spiega Implatini – che in caso di mancata, incompleta o infedele risposta al questionario dell’ufficio tributi, entro il termine di 60 giorni dalla notifica, venga applicata la sanzione di € 500; lo stesso prevede anche l’applicazione di interessi di mora aumentati di 5 punti percentuale rispetto al tasso legale, qualora non si provveda al pagamento della Tari”.

Penna in mano, il presidente di CS inizia a cerchiare quelle che a suo dire rappresentino delle irregolarità. “La definizione della sanzione nella misura di € 500 è illegittima – afferma – per violazione della riserva di legge stabilita dall’art. 23 della Costituzione in materia di sanzioni tributarie. Questo perché l’art. 1 comma 698 della Legge 147/2013 fissa, invece, un importo sanzionatorio da € 100 a € 500”.

Nella foto Giuseppe Implatini

Secondo Implatini “l’illegittimità appare ancora più evidente ove si consideri che l’irrogazione della sanzione, nella misura fissa di € 500, sia destinata ad assicurare la maggiore afflittività per le posizioni che portano un prelievo di imposta più basso, contravvenendo allo spirito della norma sopra citata: da un lato assicura la disparità di trattamento a carico dei trasgressori, mentre dall’altro viola il principio di proporzionalità delle sanzioni”.

Riguardo, invece, gli interessi di mora la definizione di essi “non è conforme all’art. 1 comma 165 della Legge 296/2006 nella parte in cui stabilisce che la misura debba essere determinata, da ciascun ente impositore, nei limiti di tre punti percentuali di differenza rispetto al tasso di interesse legale”.

Il comitato ritiene che “l’approvazione del nuovo Regolamento Tari 2023 e la conseguente conferma del medesimo testo dell’art. 27, nonostante le irregolarità sopra evidenziate, abbia costituito la perdita di un’importante occasione per eliminare ulteriori motivi di contenzioso. La circostanza appare ancora più grave – si legge nel documento – considerate le qualifiche professionali dei 14 consiglieri che, per conto di maggioranza ed opposizione, hanno votato il detto Regolamento.

Implatini vede l’amministrazione comunale impreparata e senza le appropriate competenze per affrontare i delicati temi della fiscalità locale, sottraendo all’impiego in favore della collettività di risorse importanti del bilancio”.

 

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