Giovanni Marino, prima esperienza da coach: il suo parere sull’annata

Fine stagione, tempo di bilanci e piani futuri. L’intervista al tecnico dello Scicli Social Club realizzata da Ottavio Modica

Nella foto Giovanni Marino
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PALLAMANO – L’11 maggio è terminato il campionato di serie B di pallamano maschile e non si può certo dire che quella di Giovanni Marino, alla sua prima esperienza come allenatore, sia stata una stagione agonistica, come si suol dire, “rose e fiori”. Un mucchio di problemi, tra infortuni, defezioni e problemi extra-campo, hanno delineato un’annata sportiva piena zeppa di ostacoli.

È stato, comunque, un finale di campionato molto dignitoso, avendo battuto in casa la compagine del Beach Team Messina e perdendo di misura con i secondi in classifica, il Girgenti, al termine di una gara condizionata nelle fasi finali, senza ombra di dubbio, da una direzione arbitrale parecchio discutibile.

A stagione conclusa il coach Giovanni Marino, con grande spirito sportivo, che lo ha sempre contraddistinto, ha avuto modo di esternare alcune riflessioni.

Possiamo riassumere la stagione, analizzando gli alti e bassi del gruppo?

Riassumere la stagione è un po’ difficile, considerando che sono trascorsi circa nove mesi, tra inizio preparazione e fine campionato, quasi una gestazione completa, ricca di emozioni, aspettative, entusiasmo, determinazione, impegno, sacrificio e tanta voglia di far bene. La società mi ha affidato una squadra composta da solo atleti sciclitani (in tutto 16), il più piccolo 13 anni, il più grande 46 anni, con un unico grande obbiettivo, da me fortemente voluto e condiviso, di fare giocare e crescere i nostri atleti. Abbiamo disputato 24 partite, affrontando, di volta in volta, squadre ben preparate tecnicamente e fisicamente, alternando prestazioni di buon livello a prestazioni non alla nostra altezza, ma con la consapevolezza e il rammarico che il nostro avversario più forte eravamo sempre e solo noi stessi. Mi ritengo soddisfatto per il lavoro svolto e la crescita dei nostri giovani ed interessanti atleti, un po’ meno per i risultati ottenuti. Il nostro campionato ha avuto degli alti e bassi, un andamento riconducibile a diverse esigenze e difficoltà, lavoro, università, infortuni e squalifiche che hanno compromesso la normale sessione degli allenamenti, la preparazione e la conduzione delle partite. Lavorando con un gruppo non al completo per i problemi suddetti e molto eterogeneo di età, nonostante l’impegno dei presenti e la voglia di fare bene, non siamo riusciti ad ottenere quell’obbiettivo da me e dalla società prefissato, cioè centrare uno dei primi quattro posti in classifica”.

Come è stata metabolizzata la delusione della mancata qualificazione alla Final Four, che era l’obiettivo di inizio stagione?

Nessuna delusione, abbiamo dovuto fare i conti con delle squadre più attrezzate tecnicamente e fisicamente, mai nessuno ad inizio campionato avrebbe potuto immaginare che le squadre cuscinetto della scorsa stagione (Girgenti, Messina e Marsala), si fossero rinforzate a tal punto da chiudere il campionato rispettivamente secondi, terzi e quinti. Quindi, solo piena consapevolezza di un campionato competitivo, stimolante e difficile”.

Quali difficoltà hai trovato nel mantenere l’equilibrio nello spogliatoio?

Sotto questo aspetto sono stato abbastanza fortunato, perché nella scorsa stagione agonistica, ho avuto l’onore ed il piacere di allenarmi e giocare in squadra con tanti di loro, condividendo campo, spogliatoio e trasferte, e ciò mi ha permesso di conoscerli bene, definendoli dei gran bravi ragazzi, motivo per il quale ho accettato quest’anno di allenarli. Sono fiero ed orgoglioso del loro comportamento dentro e fuori dal campo, nonostante la differenza di età e cultura, non sono mai dovuto intervenire per evitare screzi, incomprensioni o atteggiamenti provocatori e vessatori. Grandi e piccoli si rispettano reciprocamente e si sono ben integrati tanto da creare un ambiente sereno e stimolante che mi ha permesso di lavorare in armonia e tranquillità”.

Come vedi il futuro di questa squadra?

Nelle ultime due partite di campionato, con il Messina ed il Girgenti, ho ritrovato un gruppo coeso determinato e con tanta fame e voglia di vincere, non a caso nell’ultimo mese siamo riusciti ad allenarci tutti e bene. Senza la giusta mentalità, concentrazione, lavoro, sacrificio e disciplina non si va da nessuna parte. Continuo a pensare che questo è un ottimo gruppo e con qualche innesto può realmente aspirare a posizioni di vertice”.

 

Ottavio Modica

 

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