Scicli, volontari chiamati a raccolta: “Si va a Costa di Carro”

Promossa per sabato prossimo la pulizia del parco extraurbano tra Cava d’Aliga e Sampieri. L’iniziativa lanciata dal circolo locale Legambiente “Kiafura”

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SCICLI – Costa di Carro da setacciare alla ricerca di rifiuti abbandonati. Non hanno preso impegni per tutto il pomeriggio i volontari che sabato prossimo (21 settembre) risponderanno presente alla chiamata di Legambiente Scicli “Kiafura”. I partecipanti si ritroveranno alle ore 16, sulla provinciale 65 Cava D’Aliga – Sampieri, in corrispondenza del parcheggio del parco extraurbano, per prepararsi alla pulizia dell’area.

Con questa iniziativa, il circolo locale del “cigno verde”, ha deciso di riportare l’attenzione sulla tutela della macchia mediterranea che caratterizza quel tratto di costa sciclitana. “Costa di Carro – commenta la presidente di Legambiente Scicli, Alessia Gambuzzaè meta di tanti escursionisti, che amano la natura, ma anche luogo deturpato dagli abbandoni dei rifiuti, e dal degrado, provocato, nell’ultimo anno da un incendio, e, non meno importante, dal passaggio di motocross”.

Il pomeriggio di volontariato, organizzato con il contributo della campagna Sicilia Munnizza Free di Legambiente Sicilia, con i volontari del circolo “Kiafura” e di Plastic Free Scicli, è stato promosso nell’ambito della giornata mondiale “Puliamo il Mondo”.

Nella foto la presidente del circolo Legambiente Kiafura, Alessia Gambuzza

Vogliamo rimarcare – prosegue Gambuzza – l’importanza delle aree naturalistiche e sottolineare che tenerle in buono stato di salute, non è più solo un atto volontario ma un obbligo di legge, grazie all’approvazione dellaNature Restoration Law’, la Legge per il Ripristino della Natura, approvata dalla Commissione europea lo scorso giugno”.

Gambuzza snocciola alcuni dati significativi. “Le stime recenti – spiega – mostrano che l’80% degli habitat naturali sono in condizioni critiche, il 10% delle specie di api e farfalle rischiano l’estinzione, e il 70% dei suoli è in condizioni malsane. Per questo motivo, è stato necessario e urgente adottare una normativa più rigorosa”.

La restaurazione degli ecosistemi può contribuire significativamente all’assorbimento di CO, aiutando a mitigare il cambiamento climatico. Paesaggi sani e diversificati sono più resilienti ai cambiamenti climatici e ad altri stress ambientali. Allo stesso tempo, un ambiente naturale integro – termina Gambuzza – può migliorare la qualità della vita, offrire nuove opportunità economiche e sostenere il turismo ecologico”.

 

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