Carenza aule, parrocchia Jungi: “Non toglieteci ciò che ci è stato affidato!”

Voci insistenti vorrebbero i locali del centro Karol far spazio ad alcune classi delle scuole circostanti. La comunità parrocchiale e don Davide Lutri sono contrari a un cambiamento della destinazione d’uso della struttura di via Biancospino, da sempre punto di riferimento per le attività sociali e caritatevoli

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SCICLI – Insufficienza di aule scolastiche idonee al Villaggio Jungi, allo studio delle possibili soluzioni. Ci si starebbe guardando intorno, cercando di individuare dei locali che aiutino a fronteggiare la carenza, denunciata nelle scorse settimane. In questa fase di ricerca sarebbe stato adocchiato il centro Karol. L’immobile di via Biancospino, punto di riferimento per le attività sociali e caritatevoli, rientrerebbe tra le prime scelte. Eventualità che trova in disaccordo la parrocchia del “SS. Salvatore”, non convinta dell’eventuale cambiamento della destinazione d’uso della struttura, che storicamente ha rappresentato un luogo di educazione cattolica e di carità, aperto all’ascolto e all’assistenza dei più deboli.

Il mantenimento delle funzioni sociali svolte sino ad oggi nell’immobile, gestito fino a qualche anno fa dalle suore del Divino Zelo, in collaborazione con la comunità parrocchiale, è la priorità di don Davide Lutri.

Venti di appropriazione – commenta il parroco – soffiano dove invece germoglia silente la carità. Ancora prima che nascesse l’attuale parrocchia, il centro Karol è stato guardato con ‘venerazione’ dagli abitanti del quartiere. Oggi, anche in assenza delle suore, si continua a respirare tra quelle mura il senso della tenerezza. Centinaia di bambini, nei mesi di giugno e luglio scorsi, hanno trascorso nella struttura i giorni spensierati del grest. Presto ripartirà l’oratorio, contemporaneamente al catechismo e alle svariate iniziative che la parrocchia, con i molteplici gruppi aggregativi, non manca di portare avanti”.

Don Davide, rimarcando l’importanza di non stravolgere le finalità sociali della struttura, fa l’esempio delle tante esperienze di prima accoglienza garantite nei locali di via Biancospino: “Delle persone che, con le loro storie e le loro fragilità, si trovano lì accolti e sostenuti dalla comunità parrocchiale”.

Il sacerdote della chiesa del “SS. Salvatore” precisa che “si resta sempre disponibili a qualsiasi accoglienza, nel modo giusto e se le situazioni sono fattibili”. Nella comunità parrocchiale c’è amarezza dopo aver sentito che “questo immobile, molto caro soprattutto per il valore religioso che conserva, resta qualcosa a cui si addita per le insufficienze delle classi“.

A detta del sacerdote, il motivo di disaccordo è ancora più profondo: “Si vuole giocare con i più deboli e non con i più fortiPerché se ci giriamo attorno di scuole e classi già ben armate per lo svolgimento didattico nel quartiere non ne mancano.

Quindi lasciateci fare la nostra vita comunitaria e parrocchiale, senza toglierci ciò che con decreto Demaniale ci è stato affidato. Vogliamo includere tutti nel vortice della fratellanza, senza creare frazioni e dissensi. La scuola – conclude don Davide – è iniziata la prima decade di settembre e doveva essere pronta al numero degli iscritti, che già era sulle scrivanie lo scorso giugno. Da buon intenditore poche parole”.

 

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