SCICLI – “Chiediamo al Sindaco, una volta per tutte, responsabilità; ci risparmi due anni e mezzo di stillicidio estenuante e prenda atto del fallimento del suo progetto”. Sono le parole espresse dal Partito Democratico all’indomani di un Consiglio comunale “improduttivo” a parere dei piddini.
Ma cosa fa arrabbiare i dem al punto da chiedere al sindaco Mario Marino di lasciare palazzo di città?
In un documento diffuso stamattina, il PD spiega che nella seduta del Consiglio comunale di mercoledì 30 ottobre, già fissata in prosecuzione della precedente e per la discussione di una delibera avente ad oggetto un atto amministrativo, “la maggioranza consiliare ha fatto venir meno il numero legale necessario per la deliberazione e, nel successivo rinvio, nonostante la previsione di un numero legale più basso, non si è riusciti neanche ad avviare la seduta: sono infatti mancati i sette consiglieri richiesti ai fini della validità dell’adunanza”.
Il dato politico agita il partito di opposizione che parla di una vicenda grottesca “se si considera che il punto all’ordine del giorno è stato posto in trattazione sin dallo scorso mese di giugno e, negli ultimi quattro mesi, si sono operati una serie di rinvii strumentali per evitarne la discussione, il tutto con una gestione agghiacciante delle sedute, da parte della Presidente del Consiglio Comunale, la quale ha piegato alle esigenze e problematiche di maggioranza e giunta il coordinamento delle adunanze”.
La segreteria del Partito democratico aggiunge che “il punto in questione riguarda la richiesta al Consiglio Comunale di prendere atto di un ‘errore materiale’ contenuto negli allegati al decreto regionale di approvazione di una variante urbanistica dell’anno 2011, riguardante le distanze dal confine, 20 m anziché 5m, per le nuove costruzioni nelle sottozone E1, ossia Zone agricole di particolare interesse ambientale e, per tale ragione, sottoposte a articolare tutela“.
I dem non hanno finito. “E se nella seduta di giorno 18 ottobre, pur di evitare imbarazzi, la maggioranza ha votato contro il prelievo del punto proposto dalle consigliere Caterina Riccotti e Consuelo Pacetto, mercoledì scorso si è arrivati al ritiro della delibera e alla proposizione di una nuova, avente lo stesso oggetto ma ritenuta ‘più chiara’, tuttavia neanche questo è bastato ad ottenere la discussione e la votazione in aula”.
Scarsità di chiarezza secondo il PD, che rileva la mancanza di maggioranza per il sindaco Marino in aula: “Questo vuol dire che la crisi politica è ormai aperta e sotto gli occhi di tutti. La nostra comunità merita un governo stabile e orientato al bene comune, dei cittadini e alla tutela del territorio, e non un’Amministrazione paralizzata da lotte interne e inefficienze, perché è evidente che, da oggi in poi, ogni passaggio consiliare – conclude la nota – sarà frutto di un compromesso al ribasso tra la Giunta e la non più maggioranza consiliare, un compromesso fatto esclusivamente sulla pelle dei cittadini”.
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