SCICLI – Combattimenti, corse clandestine di cavalli, traffico di cuccioli, truffe nell’ippica, business illegale dei canili, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato, macellazioni clandestine e abigeato, pesca di frodo e illegalità nel comparto ittico, uso a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga, traffici via internet e zoocriminalità minorile.
Questi gli argomenti analizzati nel 25esimo “Rapporto Zoomafia” che sarà presentato dalla Lav provinciale giovedì sera, alle ore 18.30, nell’aula consiliare di palazzo di città. La Lega anti vivisezione iblea analizzerà, con esperti relatori, i dati, registrati nel 2023 in provincia di Ragusa, relativi allo sfruttamento criminale degli animali e al coinvolgimento della criminalità organizzata in questo settore.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Mario Marino e della presidente del Consiglio Comunale, Desiré Ficili, interverranno Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’osservatorio “Zoomafia” della Lega anti vivisezione, Resi Iurato, rappresentante LAV Ragusa, e Gianluca Floridia, in rappresentanza di Libera contro le mafie del Coordinamento di Ragusa.
“In provincia di Ragusa – si legge in una nota della Lega anti vivisezione iblea – è stato rilevato, attraverso i dati forniti dalle Procure italiane, che nel 2023 sono stati aperti 52 procedimenti penali e indagate 42 persone per reati contro gli animali”. La LAV sottolinea quindi l’urgenza di intensificare i controlli e le misure di prevenzione “per garantire la protezione e promuovere una cultura basata sul rispetto e la tutela, sollecitando una più ampia attenzione da parte della società civile”.
“Le corse clandestine di cavalli assumono, in tema di illegalità e controllo del territorio, particolare rilevanza”, afferma Ciro Troiano, che aggiunge: “Tale attività criminale, lungamente sottovalutata, insieme alle scommesse illegali e al rischio per la incolumità di persone e animali, rappresentano una plateale manifestazione del potere della criminalità che si appropria di pezzi del territorio”.
“Si sbaglia pensare che siano attività delinquenziali residuali . Se si contestualizzano alcuni fenomeni, si scopre – prosegue Troiano – che non sono affatto attività illegali trascurabili. Se, ad esempio, si controllano i pascoli, ciò vuol dire mettere le mani su uno degli affari più cospicui e remunerativi del territorio, che non ha nulla da invidiare agli altri business criminali”.
“Insomma, – conclude il responsabile dell’osservatorio ‘Zoomafia’ -, sono molteplici gli interessi nello sfruttamento criminale degli animali che possono stimolare gli appetiti della criminalità organizzata e i casi accertati lo dimostrano”.
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