SCICLI (di Antonino Nigito) – Quel piazzale, antistante lo stadio comunale, che fu in parte “luogo simbolo” della storia “calcistica” della città, non esiste più; fu punto di incontro, irrinunciabile, di un pubblico di appassionati spettatori, convenuti la domenica da ogni angolo di quartiere di Scicli, in maggioranza a piedi, per sostenere i colori della propria squadra.
In quel ritrovo, quando ancora non esistevano gli smartphone e social network, ci si incontrava con amici e conoscenti e, nell’attesa dell’apertura dei cancelli di ingresso allo stadio, si discuteva di pronostici di campionato e di calciomercato, ma anche di problemi della comunità e di eventi vari.
Oggi, al suo posto c’è un parco giardino dai colori mediterranei che, pur nelle sue buone intenzioni, non risponde però alle aspettative e necessità dei potenziali utenti (soprattutto di donne, giovani e bambini di quel quartiere di periferia dall’aspetto un po’ vagamente smarrito).
Paradossalmente, questo nuovo spazio arredato ha trasformato quella piccola agorà, luogo di vita e di memoria di un tempo, in un “non luogo”, privo di identità storica-relazionale, che crea solitudine e indifferenza.
Bisognerà, per renderlo fruibile, apportare alcune modifiche ed elementi aggiuntivi. È necessario, ad esempio, caratterizzare e delimitare maggiormente le attuali aree di destinazione d’uso (in primis la bambinopoli); va riesaminata e integrata l’attuale piantumazione, con nuova alberatura a foglie larghe e ad alto fusto, per mitigare le temperature sempre più alte, a causa dei cambiamenti climatici.
Di assoluta priorità è la garanzia di una maggiore sicurezza del luogo, attraverso il potenziamento dei sistemi di illuminazione, e la vigilanza civica nell’ambito del principio della sussidiarietà orizzontale, a favore dell’interesse generale. A riguardo è bene anche intervenire, al più presto, per fermare i “free writers”, i quali hanno cominciato a vandalizzare ed impastrocchiare i muri e pavimenti delle aiuole.
Infine introdurre servizi di animazione: punti di ristoro, ludico-ricreativi e culturali in partenariato pubblico privato.
Antonino Nigito
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