SCICLI – Informazioni incomplete rimesse in ordine affinché si potesse avere una chiara idea su Francesco Mormina Penna. Il Centro Studi e Documentazione di Scicli ha pienamente centrato l’obiettivo, catturando l’attenzione del pubblico.
La figura dell’intellettuale repubblicano e socialista sciclitano è stata approfondita alla biblioteca comunale “Carmelo La Rocca”, gremita come da tempo non si vedeva. Giovedì scorso, in occasione del centenario della scomparsa di Mormina Penna (13 febbraio 1925), lo spazio culturale di via Carcere ha ospitato il terzo e ultimo appuntamento degli “Incontri d’inverno” del CSeD.
È stata una serata speciale, sviluppata sul modello della “Quaestio quodlibetalis medievale”, coordinata da Leandro Nigro, membro del Centro Studi. Ne è venuto fuori un focus dettagliato sulla vita del nobile sciclitano. A fornire ulteriori particolari è stato lo storico Vincenzo Burragato, vicepresidente del CSeD, il quale, successivamente, ha risposto a tutte le sollecitazioni arrivate dal pubblico intervenuto.
“Scoperte – afferma Burragato – le mille sfaccettature della personalità politica, giornalistica e, soprattutto, di fine intellettuale mazziniano qual era Francesco Mormina Penna. Un personaggio storico capace di attraversare tutte le trasformazioni politiche di Scicli (a quel tempo in provincia di Siracusa), nei primi decenni successivi all’Unità d’Italia, caratterizzate anche da stagioni violente, come quella dei Fasci Siciliani del 1893, della quale lui fu grande protagonista nel nostro territorio”.
“La lente d’ingrandimento – termina il vicepresidente del Centro Studi – è stata poi posta sulla grande opera di scrittura, incentrata sulla dottrina mazziniana, e sul suo rapporto con il socialismo. Infine, ci siamo focalizzati sulla stampa del periodo ‘Il Martello’ a Scicli e sul suo legame personale e politico con due altre importanti personalità del fronte progressista sciclitano, Ignazio Piccione e Lucio Schirò”.
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