A palazzo Spadaro una duchessa riportata alla luce

Ieri il secondo appuntamento della rassegna culturale de “I Venerdì del Museo”. Nella sala “Falcone-Borsellino” dell’edificio nobiliare, è stata ricomposta dall’archivista Giovanna Giallongo la figura di Ines Crescimanno d’Albafiorita

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SCICLI – Puntiglioso e complesso lo studio condotto per “riportare in vita” una duchessa di cui si conosceva ben poco. Oltre cinquecento lettere inedite, numerosi documenti e un migliaio di immagini fotografiche originali sono stati passati sotto la lente di ingrandimento dall’archivista Giovanna Giallongo, autrice di un lavoro “inedito” su Ines Crescimanno d’Albafiorita. La figura della nobildonna è stata raccontata nei dettagli ieri sera a palazzo Spadaro, sede del secondo appuntamento de “I Venerdì del Museo”.

Il pubblico presente nella sala “Falcone-Borsellino” ha ascoltato con molto interesse i contributi storici della dottoressa Giallongo sulla vita e sulla figura della duchessa, sposata Penna e vissuta tra Caltagirone e Scicli dal 1884 al 1968. Alla serata presenti i docenti Gaetano Celestre e Veronica Ruta, che hanno interpretato, con una profonda lettura, i brani più significativi. Il racconto ha fatto emergere i numerosi intrecci tra vita sociale locale e nazionale: dal terremoto di Messina del 1908 allo scoppio della prima e seconda guerra mondiale, fino alla liberazione di Roma dal nazifascismo.

La serata, proposta dalla rassegna culturale, annualmente organizzata dal “Museo del Costume” assieme all’associazione culturale “L’Isola” e all’Ecomuseo del costume e della terra del bassopiano ragusano”, è stata intervallata dalla musica. Molto apprezzato dal pubblico il quartetto dei docenti di strumenti musicali dell’Istituto Comprensivo “Don Milani” che ha presentato due composizioni musicali del maestro Federico Borrometi. Ad esibirsi Giovanni Pisani, Lucrezia Ragusa, Walter Giuseppe Sambuco e Paolo Sciacca. Il riassunto della serata nel servizio pubblicato sopra.

 

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