SCICLI – Personale storica straordinaria per la “prima” del Museo d’Arte Contemporanea del Carmine. Si debutterà con “L’Opera delle formiche”, la ricchissima antologica del maestro Emilio Isgrò.
Il prossimo 5 maggio è prevista l’inaugurazione del nuovo spazio museale all’ex convento del Carmine, restaurato grazie ai fondi della Legge del terremoto 1990 e a un finanziamento del Ministero della Cultura.
Così come annunciato dal sindaco Mario Marino, la mostra che inaugura il MACC è organizzata insieme all’Archivio Emilio Isgrò e presenta opere del grande maestro siciliano, dagli anni Sessanta fino alle più recenti ricerche, intorno alla Cancellatura, oltre a una grande installazione, “L’Opera delle formiche”, che trasformerà in modo inedito il grande corridoio centrale del museo.
L’esposizione, aperta dal 6 maggio al 3 novembre 2025, a cura di Marco Bazzini e Bruno Corà, si propone come un’ampia ricognizione del percorso creativo dell’artista che segna il suo ingresso nel mondo dell’arte, dopo il suo esordio come poeta. Si valorizzerà il rapporto stretto che Isgrò ha avuto con la cultura mediterranea (nasce a Barcellona di Sicilia nel 1937), ponendo un’attenzione puntuale sull’evoluzione della “Cancellatura”, che dagli anni Novanta del secolo scorso prende anche le sembianze di api e formiche. Queste ultime sono le protagoniste dell’installazione che si sviluppa nel grande corridoio centrale del museo e che dà il titolo alla mostra.
Cesti ricolmi di carrube d’oro, simbolo di ricchezza e di crescita di questo territorio, sono attraversati da uno sciamare di formiche, per poi invadere l’intero ambiente espositivo, oltre a irrompere nella piazza su cui si affaccia il complesso museale.
La scelta di un’invasione della città di Scicli da parte di questi insetti, simbolo dell’operosità e della vita comunitaria, è nelle parole di Isgrò: “Sono un artista italiano e siciliano, cittadino di una Europa che ha bisogno di un’arte non allineata per dare un contributo non puramente decorativo a un mondo in tumulto. Così ho pensato a questa Opera delle formiche come segno di una Sicilia fedele a sé stessa, che tuttavia sa bene quando è venuto il momento di cambiare. Non più il ficodindia o l’Opera dei pupi, non più la retorica sicilianista, ma le umili formiche che offrono la loro intelligenza operosa a sostegno di un paese che deve entrare tutto intero in Europa se vuole pesare qualcosa”.
Ancora, tra le opere esposte il nuovo allestimento dell’installazione “Non uccidere”, ora in collezione MAXXI, realizzata da Isgrò con un’architettura di Mario Botta; un’opera che vuole essere il simbolo universale di tutte le costituzioni e di tutti i principi fondanti d’ogni convivenza pacifica e civile tra i popoli.
“La mostra – commenta il sindaco Marino – costituisce un momento importante per la comunità locale e per l’intera Regione, che vede nuovamente restituito alla pubblica fruizione uno spazio che ha l’ambizione di presentarsi come un nuovo polo culturale dedicato all’arte contemporanea e destinato ad attrarre appassionati, studiosi e turisti da tutto il mondo”.
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